“Gli Stati generali delle donne” si sono chiusi portando a termine il lavoro che le donne che vi hanno partecipato si erano proposte. Nelle tre giornate di lavoro e studio più di 200 donne si sono iscritte ai tavoli e oltre mille followers hanno seguito i lavori attraverso la pagina facebook degli Stati generali.Si tratta di un risultato storico, specie se contestualizzato nella crisi attuale di paradigmi e di rappresentanza, che un tale numero di donne della sola città di Bari e di ogni colore politico con passione si sia confrontata a tempo pieno sui temi della politica.
Questo appuntamento ha permesso nella tre giorni di fare anche informazione e formazione politica, di approfondire i meccanismi della cultura della partecipazione. C’è stata la possibilità di ascoltare il confronto di opinioni differenti e il percorso condiviso ai tavoli di lavoro ha portato alla costruzione de “La città delle donne”: la città di tutte e di tutti. Per i tempi brevi di implementazione dell’iniziativa, cominciata appena l’8 marzo scorso, si tratta di risultati sorprendenti.

Gli Stati generali, come chiarito nelle premesse, intendono porre all’attenzione della cittadinanza, dei candidati sindaci, dei partiti, anche un elenco di possibili candidate che si sottoporranno al vaglio elettorale. Si tratta di donne che hanno partecipato agli Stati generali, che hanno creduto in questa iniziativa, che hanno sottoscritto un “patto di lealtà e di responsabilità” che non si concluderà qui, ma intende continuare anche per le prossime regionali e a seguire, per le politiche.
Fra le proposte c’è chi ha già scelto di candidarsi, chi sta scegliendo in queste ore, chi viene segnalata dagli Stati generali per favorire questo percorso.
Intanto, la pagina facebook de Gli Stati generali, si arricchirà nei prossimi giorni dei punti del programma de “La città delle donne” e dei video di qualche minuto realizzati da ciascuna delle candidate per promuovere il proprio profilo agli oltre mille followers che hanno seguito la manifestazione in questi giorni.

Nel “patto di lealtà e di responsabilità” che le donne hanno stretto e firmato c’è, fra l’altro:
1) lavorare per la realizzazione del programma de “La Città delle donne”
2) non interrompere il filo costruito in questi giorni partecipando a riunioni periodiche indette dal coordinamento de “Gli Stati generali” per la verifica dell’attuazione del programma,
3) disconoscere qualsiasi meccanismo di abbinamento fra candidati che presupponga una sudditanza delle donne rispetto ad un candidato uomo.
4) inoltre Il “patto di lealtà e responsabilità” impegna le candidate, per tutta la campagna elettorale e nel prosieguo nell’attività amministrativa che auspichiamo veda la presenza di molte donne, ai principi della massima trasparenza, sobrietà nell’uso delle risorse, massimo coinvolgimento e capacità di sussunzione delle istanze della cittadinanza e, per quanto ovvio, rispetto assoluto della legalità.

{Di seguito il programma de La Città delle donne e l’elenco delle donne che segnaliamo.}

{{{Il programma de “La Città delle donne, la città di tutte e di tutti”}}}

{{Benessere sociale equo e solidale }}

è emerso che l’attuale crisi rende sempre più pressanti le richieste che arrivano dai soggetti deboli (bambini, anziani, indigenti, separati) e i servizi messi a disposizione fino ad ora diventano ogni giorno più insufficienti. Vista la scarsezza di fondi è necessario, allora, oltre alle azioni ordinarie mettere in campo politiche sperimentali già in atto in altri Comuni d’Italia che permettano il coinvolgimento attivo della popolazione e della classe dirigente tutta, a partire da quella imprenditoriale, che viene chiamata ad un atto di responsabilità.
Sotto i riflettori ci sono le proposte per arginare il fenomeno della violenza sulle donne, in crescita costante. Gli interventi innovativi che vedono la creazione di condomini solidali (case messe a disposizione a basso costo per i separati in difficoltà), food sharing (una sorta di albo di raccolta di fornitori e privati per la raccolta di cibo), la promozione delle social street, strade sociali, appunto, nelle quali i condòmini svolgono pratiche di buon vicinato, interventi di counceling. E’ necessario anche incrementare il numero di asili anche aziendali o interaziendali o tra consorzi di imprese, per integrare il numero di quelli già esistenti, a fronte di sgravi fiscali. Un riflettore va acceso sul centro sociale di Bari vecchia che le stesse donne della città hanno denunciato essere in sostanziale stallo. Per i minori e adolescenti va attivato un servizio che aiuti a gestire l’uso di internet con corsi genitore/figlio. E ancora spazi aggregativi e altri punti che troverete nelle schede.

{{Governo della città e costruzione partecipata e trasparente della decisione}}

Il tavolo ha ragionato sui metodi. Il punto di partenza è la crisi di rappresentanza e della politica. Le donne pagano particolarmente la crisi dei corpi intermedi (leggi partiti) perché hanno una modalità diversa della raccolta del consenso. Gli uomini in politica tendono a operare per moltiplicare il loro consenso personale, è emerso invece che le donne si approcciano alla politica con l’ottica del riconoscimento dei problemi e della loro soluzione. Obiettivo è quello del miglioramento dei sistemi di delega e rappresentanza. Per cui via libera ai sistemi di accesso privilegiato delle donne alla politica (quote, doppia preferenza, ecc) che è vero che sono da considerarsi necessari, ma transitori. Non a caso gli Stati generali hanno proposto un patto di responsabilità fra donne che continuerà nel tempo come strumento di partecipazione e verifica nell’attuazione dei programmi individuati. In vista delle elezioni amministrative, le donne de Gli Stati generali hanno chiarito di respingere il sistema del voto di scambio, anche fra candidati e candidate della stessa lista, e strutturano un luogo di interlocuzione fissa nella “Casa delle donne del Mediterraneo”, contenitore che Gli Stati generali chiedono all’amministrazione di istituire. Per le modalità specifiche si rimanda alla nota in cartella.

{{Lavoro e dinamismi economici}}

Il lavoro resta uno dei temi principali del nostro tempo, le recenti statistiche sulla disoccupazione nel Paese lo testimoniano. Necessario, allora, uno snellimento delle pratiche burocratiche prevedendo l’informatizzazione dei servizi; necessario pure sviluppare un sistema di concertazione fra attori sociali e istituzioni per potenziare una rete di servizi che rispondano alle esigenze di ricerca occupazionale e di conciliazione dei tempi di lavoro (vedi smart working). Determinare quote all’interno degli uffici pubblici o delle municipalizzate per il reiserimento di uomini e donne over 40. Prevedere corsi di formazione in linea con le reali esigenze del mercato e conseguente divulgazione degli stessi; strutturazione di piani formativi rivolti a quei soggetti fuori dal mondo del lavoro in età compresa tra 40 e 60 anni. Creazione di un tavolo di concertazione permanente formato da municipi, associazioni sindacali, associazioni datoriali e una delegazione de Gli Stati generali delle donne per migliorare l’inserimento e la tutela nel mondo del lavoro. Gli obiettivi raggiunti diventano una piattaforma nazionale da portare in sede Anci.

{{Culture e Saperi }}

Il tavolo ha fatto il punto sulle politiche culturali individuando la necessità di una pluralità di sguardi. Si chiede l’istituzione (non solo una delega) di un’assessorato alla Cultura, accorpato a Turismo e Sport per creare una sorta di welfare culturale inteso come servizio ai territori: di qua la creazione dei “Presidi di civiltà” in ognuna delle 5 circoscrizioni in cui attivare iniziative di scambi con le scuole, favorire la circolarità delle informazioni, creare eventi diffusi e decentrati attraverso un unico sguardo che abbracci tutta la città valorizzando risorse e spazi fino ad ora inutilizzati e coinvolgendo soprattutto le periferie. Il cuore pulsante delle politiche culturali chiediamo che diventi la “Casa delle donne del Mediterraneo” anche casa di scambio e di accoglienza di culture altre. Ormai sono una realtà gli eventi organizzati da etnie diverse dalle nostre che potrebbero favorire l’integrazione, mitigando la paura del diverso, dell’altro. In questa logica la delega allo Sport diventa un mezzo di sensibilizzazione per integrare la cultura altra nel tessuto sociale e valorizzare gli spazi di pratica sportiva. La Casa delle donne del Mediterraneo avvierà rapporti anche con le altre realtà internazionali per uno scambio accrescitivo di esperienze di donne e non solo.
Necessario, inoltre, creare maggiori sinergie fra amministrazione comunale, università, Istituto agronomico mediterraneo, Politecnico, centri di cultura e istruzione diffusi sul territorio non solo per una circolarità dei saperi e delle opportunità, ma per cogliere la chance di sviluppo che gravita attorno al mondo dell’università, della produzione di beni immateriali e di innovazione che creano opportunità lavorative (vedi Perugia che basa gran parte della sua economia su tutto ciò che gravita attorno al mondo universitario) e di sviluppo territoriale. E’ necessario, insomma, creare Bari- città universitaria uscendo dai vincoli ciuesi e autoreferenziali di ciascuna realtà.