Sara Parisi

Stavolta è toccato a Sara Parisi, 58 anni, di Giarre, uccisa dall’ex marito che si è però suicidato (quindi sarà assolto dalla comunità, ma non da noi).
Il dramma si ripeterà, perché non basta denunciare la profondità dell’offesa alla dignità e al diritto alla vita libera per ognuna, non basta individuare le sedimentazioni patriarcali e le ambivalenze persino delle donne: troppo vasta la sottomissione culturale, la caparbietà a umanizzare i mostri e ricercare le colpe delle vittime, troppo timida la protesta maschile che è pura propaganda non rilevante.

Non verremo mai meno alla responsabilità politica del ribadire la PRIORITÀ’ del contrasto al femminicidio, con un’azione che prenda in considerazione tutti gli effetti del dominio maschile attuato attraverso le vie simboliche della comunicazione e della conoscenza.

Non verremo mai meno al dovere di nominare le vittime.

Continueremo a proporre alle associazioni, alle singole, di avviare processi comuni in modo che si possa dar vita a patti di reciproca consultazione, scambio e azione comune, a partire delle “urgenze” politiche che pattuiremo fra di noi a contrasto della violenza di genere, in ogni sua forma e declinazione.

Nessuna sottomissione politica, nessun attivismo marginale. In nome della nostra storia, in nome di ogni femminicidio avvenuto