Il Brooklin di Genova ovvero il ponte Morandi

Le ferie, il piacere di essere o andare in vacanza, la voglia di passare momenti sereni con persone che non vedi da tempo e che, a metà agosto, puoi scambiare con loro qualche chiacchiera.   Momenti di ritrovata tranquillità.   Ma ecco che i monitor di casa lanciano segnali inquietanti, immagini spaventose. Un Ferragosto di pioggia e di morte. Il ponte Morandi quello che tutt* chiamano il Brooklyn di Genova è collassato, schiantandosi. Ha lasciato dietro di se decine di morti e feriti.

Immediati i soccorsi come immediate le storie di altri disastri. Un mantra di colpe, disimpegno, trascuratezze, affari, speculazioni… E poi il pensiero va ad altre notizie sentite poco prima: sulle strade italiane sono aumentate le morti: 9 persone al giorno perdono la vita… un rapido calcolo ed ecco il conto: migliaia le morti sulle strade ogni anno. Ma, nessuno ormai ci fa caso, quasi fossero morti naturali… Ma, così non è.  E poi ci sono le strade del mare, quelle prese da chi scappa da guerre e fame per raggiungere paesi dove si potrebbe vivere, vivere non morire…ma come?   E, quanto lunga sarà la nostra memoria?  E, quante volte dovremo vedere ripertere errori evitabili?