pari dispari e donneSiamo nella casa di un’amica  nei primi anni Settanta. Inizia così l’avventura di Emma. Un viaggio,  il suo, al tempo delle lotte femministe, quando la domanda di riconoscimento incalzava, quando le donne erano in rivolta. Con un gruppo di amiche, diverse per età ed esperienza, Emma va incontro alle prime scoperte, verso il senso della vera uguaglianza, in una narrazione che ci presenta ostacoli, sofferenze ma anche tanto entusiasmo e passi avanti. La nostra giovane donna s’interroga sul senso dello stare al mondo, a partire da sé, dalle sue passioni, dal suo amore per l’arte e gli uomini. In questo itinerario fatto di entusiasmo ancora incantato, scevro dalla maliziosa retorica del presente, Emma s’imbatte in altre storie di donne, scoprendo che esse hanno tutte vite comuni e universali. La voce di Emma è la voce di una madre, ma anche di una figlia, di un’amica, di una sorella.

Anna Pascuzzo
Anna Pascuzzo
Pina Nuzzo
Pina Nuzzo

Negli anni Settanta l’autrice è una bambina. Così diventa  interessante  leggere quanto scritto da Pina Nuzzo che in quegli anni era una donna adulta impegnata attivamente nel movimento femminista e in particolare nell’Unione Donne in Italia (UDI) . L’articolo di Pina Nuzzo è uscito nel febbraio di quest’anno nel sito  https://laboratoriodonnae.wordpress.com

Il libro di Anna Pascuzzo – Pari, dispari e donne. A piedi verso la libertà – si apre con queste parole: Improvvisamente, una sera davanti al mio computer mi accorsi che avrei voluto scrivere un mio desiderio, tradurlo cioè con delle parole chiare, magari riallacciandomi a una storia interrotta per riprenderla e raccontarla con l’immaginazione. Vorrei raccontarvi la storia della donna che “non” sono stata…

La donna di cui Anna parla, quella che non è stata, è la femminista degli anni settanta. Per questo mi sono avvicinata al suo libro con una certa riluttanza, proprio perché sono stata una di quelle donne e mi sentivo coinvolta, prima ancora di leggerlo; quasi obbligata a ripercorrere la mia storia personale, confrontandola. L’ho poi letto questa estate, complice una notte calda e afosa. Fin dalla prima pagina ho riconosciuto situazioni, perfino odori, che credevo definitivamente persi nel tempo e anche nella mia memoria. Un racconto sapiente e leggero, sia del contesto sociale e politico che ha caratterizzato quegli anni, sia dei rapporti nuovi che si stabilivano tra  donne: il piacere di stare insieme, di progettare, sicure di cambiare il mondo; la scoperta che l’amicizia tra donne era possibile, nonostante quello che ci avevano sempre raccontato. E imparare che questo non mette al riparo dai conflitti, personali e politici.
In alcuni passaggi, quelli che trattano questioni cruciali per la politica delle donne, ancora oggi, avrei voluto avere Anna davanti e dirle: ma io, però, si ma…
Una reazione di pancia di fronte a fatti di cui si parla e di cui io ho un’altra memoria, un’altra esperienza. Per guardare al libro nella sua interezza ho avuto bisogno di ricordare a me stessa che non stavo leggendo un testo di storia, ma un racconto scritto da una donna che ha scelto di dire, attraverso la donna che non è stata, quello che è in questo tempo.
Un intreccio tutto da dipanare.
Un libro da leggere, indubbiamente.

Il libro è uscito nel 2015 pubblicato dalle edizioni Zona nella collana Zona contemporanea

Anna Pascuzzo è  nata negli anni Settanta a Catanzaro, insegna lettere e ama la filosofia. Scrive per passione. si Sente erede del femminismo. Grande il suo impegno contro ogni discriminazione, fa parte della rete antirazzista. Promuove corsi di scrittura e lettura creativa nelle scuole della città. Fonda l’ Associazione culturale Scritturarte per insegnare tecniche della narrazione e metodi d’approccio al testo, un modo  per promuovere  la scrittura e la lettura.. Vince svariati premi. Riceve nel 2006 la menzione d’onore dal linguista John Trumph (Università di Oxford) per il suo primo romanzo politico Storia d’amore, di lotta e libertà (Rubbettino 2006).