Riceviamo e pubblichiamo (con ritardo dovuto alla forzata interruzione delle pubblicazioni sulla nostra testata) l’appello della WILPF – Lega Internazionale di donne per la pace e la libertà, sezione italiana, diffuso il 20 luglio 2014 ed inviato anche alla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini

Appello della Wlpf-Italia

L’assassinio dei 3 giovani coloni israeliani, non rivendicato da alcun gruppo palestinese ma attuato da singoli e frutto della pesante situazione in cui vivono i palestinesi sia in Cisgiordania che a Gaza, non giustifica in alcun modo la reazione dello stato di Israele contro la popolazione civile.

La WILPF-Italia, associazione di donne per la pace e la libertà, condanna l’attacco israeliano e l’aggressione di Gaza, le uccisioni indiscriminate soprattutto di civili fra cui molti bambini e donne.

Israele descrive il massacro che sta portando avanti a Gaza come una guerra fra lo stato israeliano e hamas, ma questa non è una guerra che presupporrebbe uno scontro armato dichiarato e agito da entrambi gli attori del conflitto mentre la popolazione palestinese di Gaza che non è uno stato, non ha un esercito e non può certo scontrarsi ad armi pari con l’esercito dello stato israeliano ma deve subire la sopraffazione i cui fini sono strategici ed economici.

L’attacco contro Gaza è un crimine che si sta attuando nell’ambito dell’occupazione e dell’appartheid. Per più di sei decenni i palestinesi sono stati derubati delle loro terre, della loro acqua e della loro libertà di movimento. Gli israeliani proseguono senza sosta a costruire nuovi insediamenti, hanno costruito un muro nei territori occupati che ha rubato altra terra ai palestinesi e che impedisce loro di vivere e muoversi liberamente e Gaza è sotto un soffocante blocco da più di 7 anni.

Questi crimini vanno fermati.

I governi ancora una volta non solo non fanno niente per i palestinesi ma li condannano attribuendo ad Hamas la colpa di tutta l’operazione contro Gaza, mentre la tregua era stata da loro rispettata dall’ultimo attacco israeliano del 2012 e i missili hanno ricominciato ad essere lanciati in risposta ai bombardamenti.

Chiediamo al mondo di fare pressione su Israele affinché fermi le uccisioni e le distruzioni e il blocco di Gaza, la più grande prigione del mondo, venga poi rimosso.

Roma, 20 luglio 2014

P.S. In 5 anni è la terza volta che Israele interviene più pesantemente a Gaza (2008 -9. 2012, ora) uccidendo civili e distruggendo case, scuole, ospedali. Questa non è una guerra, ma una sopraffazione per fini strategici ed economici – dice in una recente intervista Raji Sourani avvocato, fondatore del Palestinian Centre for Human Rights per la documentazione e l’indagine sulla violazione dei diritti umani nei territori occupati e incarcerato 6 volte per il suo lavoro e rimasto a Gaza- i morti e i feriti sono quasi tutti civili. La gente è stanca, pensa di non aver più niente da perdere e pensa che sia meglio morire che tornare alla situazione precedente senza dignità e senza orgoglio…