Pubblichiamo il testo di una lettera aperta inviata dall’Udi di Napoli al Sindaco e all’assessore alle p.o. del Comune e della regione Campania in merito all’ennesima violenza sessuale subita da una giovane donna napoletana.Ogni singolo caso di violenza, rappresenta una sconfitta collettiva, che viene purtroppo però avvertita solo dalle donne che la subiscono e da quelle che per pratica di movimento organizzano l’unico vero contrasto che in questo paese viene attuato contro la lesione del diritto all’integrità femminile.

Ancora violenze nella nostra città per le donne, le ragazze, le bambine che pensano di avere la libertà di muoversi, lavorare, giocare.
_ I singoli {{casi di violenze sessuate}} riportati dalla stampa e i tantissimi che quotidianamente toccano le donne di Napoli e della Campania taciuti o elusi, sono per noi il nodo centrale rispetto al quale la politica istituzionale dovrebbe riparametrare programmi, risorse e la sua stessa qualità.
_ Su questo, l'{{essere con o contro le donne non può essere misurato a parole}}, ma con ciò che finora si è fatto.
_ L’insistenza con la quale abbiamo sottoposto la natura complessa e strutturale della violenza in ogni aspetto della convivenza, ha generato iniziative delle associazioni e del movimento delle donne.
_ Le risposte ottenute, non va ripetuto, rispecchiano purtroppo {{una visione fatalistica e disimpegnata}}, tanto nell’ammontare delle risorse tanto nell’impegno a coinvolgere in modo ampio e cogente i governi ed i singoli eletti.

{{Napoli non ha una casa di accoglienza}}, la vogliamo, ma su questo punto assolutamente minimale non si può chiudere il patto tra cittadine e amministrazioni.
_ Si tratta di {{applicare il protocollo proposto nel 2005}} ed accettato da tutte le forze politiche.
_ Noi siamo disincantate, ma abbiamo la responsabilità di tenere desta l’attenzione, non solo sui singoli casi, che spesso sono terreno di speculazione, ma sulla complessiva mancanza di libertà e salvaguardia delle cittadine.

Le singole devono godere di un {{sistema di informazioni che le metta in grado di difendersi e di essere raggiunte dalla solidarietà delle donne}}. Ad oggi le {{bacheche rosa}} sono solo nei commissariati e nei consultori dell’Asl Napoli 1. Nessuna Municipalità ce le ha richieste, tranne la II.
_ Vorremmo sapere se le amministrazioni, come già chiedemmo
per il progetto POLIS, intendono porre la prevenzione ed il contrasto di un tanto odioso reato, come quello di cui parliamo, tra i problemi della legalità sul territorio.
_ Vorremmo sapere quali accordi sono stati presi con la Sanità, con le
scuole e con l’Arma dei Carabinieri che ancora non ospita nelle caserme le informazioni necessarie sui centri antiviolenza.

Procedere ad una svolta politica, nel terzo millennio, trattandosi del più antico e insuperato problema strutturale, non può che consistere nell’abbandonare il criterio del “male prevedibile e inevitabile.

Quella piccola donna che non conosciamo, ma che purtroppo rappresenta una delle tante, ha subito un danno che non reclama compatimento, ma risarcimento e giustizia, e lavoreremo, fuori dai clamori e dalla morbosità mediatica, perché al più presto le vengano dati.
_ Chiediamo un impegno e non promesse.

Le donne sono cambiate, vedono se stesse fuori dalla logica del compatimento e dell’aiuto a guasto avvenuto. Noi parliamo di una dimensione possibile dell’incivilimento delle relazioni.