Riprendiamo l’articolo di Sofia Cecinini  uscito il 1 febbraio su Sicurezza Internazionale quotidiano italiano dedicato alla politica internazionale.

L’agenzia europea per il controllo dei confini e delle frontiere marittime, Frontex, ha lanciato una nuova operazione nel Mediterraneo, chiamata Themis, che va a sostituire Triton, inaugurata il primo novembre 2014. La nuova iniziativa, partita giovedì primo febbraio, ha l’obiettivo di assistere le autorità italiane nel controllo del Mediterraneo e continuerà a includere le componenti di ricerca e soccorso, considerate cruciali. Inoltre, verrà posta una maggiore attenzione sul ruolo delle forze dell’ordine e verranno coperte le aree del Mediterraneo Centrale, attraversate da flussi provenienti da Libia, Algeria, Tunisia, Egitt, Turchia e Albania.

Il patto che ha dato vita alla nuova operazione, sottoscritto tra il Viminale e la Frontex, stabilisce che i migranti recuperati dalle imbarcazioni della missione vengano fatti sbarcare nel porto del Paese più vicino, e non più in Italia. Le autorità italiane, di conseguenza, sperano che gli altri Paesi coinvolti dell’Unione Europea, tra cui Malta tra i primi, daranno piena applicazione alle nuove regole. Per di più, l’accordo prevede che la linea di galleggiamento delle navi Frontex venga stabilita a 24 miglia di distanza dalle coste libiche, come era stato suggerito dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, secondo cui la maggiore vicinanza alla Libia consentirebbe di effettuare controlli migliori.

Il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, ha riferito che Themis rifletterà in modo migliore gli aspetti mutevoli delle migrazioni, andando anche a contrastare i crimini transfrontalieri. Infatti, la nuova operazione assisterà le autorità italiane nell’eliminare le attività criminali, come i traffici di droga e di esseri umani nel Mar Adriatico. La componente di sicurezza di Themis prevederà la raccolta di materiale di intelligence per individuare eventuali foreign fighter e altre minacce terroristiche presso i confini esterni dell’Europa. “Dobbiamo essere più equipaggiati se vogliamo impedire che i gruppi criminali riescano a entrare in Europa indisturbati; questo aspetto è cruciale per la sicurezza interna dell’Unione Europea”, ha spiegato Leggeri.

Gli ufficiali della Frontex continueranno a presidiare gli hotspot italiani, dove assisteranno le autorità locali nel registrare i migranti, ad arricchire il database con le loro impronte digitali e a verificare e confermare le loro nazionalità. Le imbarcazioni dell’agenzia europea, infine, continueranno attivamente ad effettuare operazioni di ricerca e salvataggio in mare sotto il coordinamento dei centri marittimi responsabili. Nel 2017, Frontex ha assistito complessivamente 38.000 migranti in mare, al largo dell’Italia, della Grecia e della Spagna.