Pubblichiamo il testo della lettera al Presidente del senato Franco Marini con cui Franca Rame ha rassegnato le sue dimissioni da senatrice perché dopo 19 mesi le istituzioni le sono “sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”Gentile Presidente Marini,
_ con questa lettera Le presento le mie dimissioni irrevocabili dal Senato
della Repubblica, che Lei autorevolmente rappresenta e presiede. Una
scelta sofferta, ma convinta, che mi ha provocato molta ansia e anche
malessere fisico, rispetto la quale mi pare doveroso da parte mia
riepilogare qui le ragioni.
_ In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: “Non ho, lo riconosco, il dono dell’opportunità e della
prudenza, ma si è come si è”.
_ Il grande scrittore siciliano è, in effetti, persona che sento molto
vicina, (eravamo cari amici) sia per il suo impegno culturale e sociale
di tutta la vita, sia perché a sua volta, nel 1983, a fine legislatura
decise di lasciare la Camera dei Deputati per tornare al suo lavoro di
scrittore.

Le mie motivazioni, forse, non sono dissimili dalle sue. Del resto, io {{mi
sono sentita “prestata” temporaneamente alla politica istituzionale}},
mentre l’intera mia vita ho inteso spenderla nella battaglia culturale e
in quella sociale, nella politica fatta dai movimenti, da cittadina e da
donna impegnata.
_ E questo era ed è il mandato di cui mi sono sentita
investita dagli elettori: portare un contributo, una voce,
un’esperienza, che provenendo dalla società venisse ascoltata e magari a tratti recepita dalle istituzioni parlamentari.
_ Dopo 19 mesi debbo constatare, con rispetto, ma anche con qualche
amarezza, che {{quelle istituzioni mi sono sembrate impermeabili e
refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna}}, cioè non
proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo
di interesse organizzato.

Nel marzo del 2006, l’Italia dei Valori mi propose di candidarmi come
senatrice alle elezioni. Ho riflettuto per un mese prima di sciogliere
la mia riserva, mossa da opposti sentimenti, ma alla fine ho maturato la
convinzione che per contribuire a ridurre i danni prodotti al Paese dal
governo retto da Silvio Berlusconi e dall’accentramento di poteri da lui
rappresentato, ogni democratico dovesse impegnarsi in prima persona
nell’attività politica.
_ Ho infine accettato, ringraziando l’On. Di Pietro per l’opportunità che
mi aveva offerto, pensando, senza presunzione, che forse avrei potuto
ricondurre alle urne, qualcuna o qualcuno dei molti sfiduciati dalla
politica.
_ Ecco così che il 12 aprile 2006 mi sono ritrovata a far parte, alla mia
giovane età (!!), del Senato della Repubblica carica d’entusiasmo,
decisa a impegnarmi in un programma di rinnovamento e progresso civile, seguendo le proposte portate avanti durante la campagna elettorale dell’Unione, soprattutto quella di riuscire a porre fine all’enorme e assurdo spreco di denaro pubblico.

Ho così impegnato la mia indennità parlamentare per lavorare in questa
direzione, anche organizzando (giugno 2006) un convegno con un gruppo di professionisti tra i più valenti, al fine di tracciare le linee di un
progetto in grado di tagliare miliardi di euro di spese dello Stato nel
settore dei consumi energetici, delle disfunzioni della macchina
giudiziaria e dell’organizzazione dei servizi.
_ A questo convegno ho invitato Senatori della commissione ambiente e altri che ritenevo sensibili ai temi in discussione.
_ Non ne è venuto uno.

Ho inoltre presentato un disegno di legge (4 luglio 2006) con cui
chiedevo che i funzionari pubblici, condannati penalmente, venissero
immediatamente licenziati, trovando su questo terreno l’adesione di
parlamentari impegnati nella stessa direzione, quali i Senatori
Formisano, Giambrone, Caforio, D’Ambrosio, Casson, Bulgarelli, Villecco
Calipari, Russo Spena e molti altri, compresi numerosi deputati.
_ E’ nato così il progetto delle “10 leggi per cambiare l’Italia”.
_ Ho anche acquistato spazi su alcuni quotidiani e sul web, per comunicare
i punti essenziali di questo progetto. Ma anche questa iniziativa non ha
suscitato interesse nei dirigenti dei partiti del centro sinistra.

Nei quasi due anni trascorsi in Senato, ho presentato diverse
interrogazioni.
_ Tutte rimaste senza risposta.

Ho presentato numerosi emendamenti, ma non sono stati quasi mai accolti.

Questa, per la verità, è la sorte che capita a quasi tutti i Senatori.
In seguito a una inchiesta da me condotta sul precariato in Parlamento,
sei mesi fa mi sono impegnata nella stesura di un {{disegno di legge
(presentato 18 luglio) in difesa dei diritti dei collaboratori dei
parlamentari}}: illegalità, evasione contributiva e sfruttamento proprio
all’interno della istituzione parlamentare!

Mi sono contemporaneamente impegnata su questioni drammatiche e
impellenti, quali la {{necessità che il ministero della Difesa
riconoscesse lo status di “vittime di guerra”}} ai reduci dei conflitti
nei Balcani, Iraq e Afghanistan, avvelenati dai residui dell’esplosione
dei proiettili all’uranio impoverito.
_ Quanti sono i militari deceduti? Mistero.
_ Quanti gli ammalati ignorati senza assistenza medica né sostegno
economico? Mistero. Le cifre che si conoscono sono molto contraddittorie.
_ Quello che si sa con certezza è che ci sono famiglie che per curare il
figlio si sono dissanguate e alla morte del congiunto non avevano
nemmeno i mezzi per pagare la tomba.

Anche per questa tragica campagna d’informazione ho acquistato spazi su quotidiani e web. Grazie ad alcuni media e a “Striscia la notizia” di
Antonio Ricci, il problema è stato portato per quattro volte al grande
pubblico: giovani reduci dei Balcani gravemente colpiti, raccontavano la
tragedia che stavano vivendo. Dopo tanto insistere, finalmente il
Ministro Parisi, se ne sta occupando: speriamo con qualche risultato
concreto.

Posso dire serenamente di essermi, dall’inizio del mio mandato ad oggi,
impegnata con serietà e certamente senza risparmiarmi.
_ Ma non posso fare a meno di dichiarare che questi 19 mesi passati in
Senato sono stati i più duri e faticosi della mia vita.

A volte mi capita di pensare che una vena di follia serpeggi in
quest’ambiente ovattato e impregnato di potere, di scontri e trame di
dominio.
_ L’agenda dei leader politici è dettata dalla sete spasmodica di
visibilità, conquistata gareggiando in polemiche esasperate e
strumentali, risse furibonde, sia in Parlamento che in televisione e su
i media. E spesso lo spettacolo a cui si assiste non “onora” gli
“Onorevoli”.

In Senato, che ho soprannominato “il frigorifero dei sentimenti” non ho
trovato senso d’amicizia. Si parla… sì, è vero… ma in superficie. Se
non sei all’interno di un partito è assai difficile guadagnarsi la
“confidenza”. A volte ho la sensazione che nessuno sappia niente di
nessuno… O meglio, diciamo che io so pochissimo di tutti.
_ In Aula, quotidianamente, in entrambi gli schieramenti (meno a sinistra
per via dei numeri risicati), vedi seggi vuoti con il duplicato della
tessera da Senatore inserita nell’apposita fessura, con l’intestatario
non presente: così risulti sul posto, anche se non voti e non ti vengono
trattenuti 258 euro e 35 centesimi per la tua assenza, dando inoltre la
possibilità ai “pianisti” di votare anche per te, falsando i risultati.
_ Questo comportamento in un Paese civile, dove le leggi vengono applicate
e rispettate, si chiama “truffa”.

La vita del Senatore non è per niente comoda e facile per chi voglia
partecipare seriamente ed attivamente ai lavori d’Aula.
Oltre l’Aula ci sono le commissioni. Ne ho seguite quattro: Infanzia,
Uranio impoverito, Lavori pubblici e comunicazione, Vigilanza Rai.
A volte te ne capitano tre contemporaneamente e devi essere presente ad
ognuna o perché è necessario il numero legale o perché si deve votare.
E’ la pazzia organizzata!

Se queste riunioni si facessero via web si ridurrebbero i tempi e si
potrebbe arrivare velocemente alle conclusioni, ma l’era del computer
non ha ancora toccato i vertici dello Stato!
_ E tutto questo attivismo produce un effetto paradossale: la lentezza.
_ Si va lenti… “lenti” in tutti i sensi.
_ Nel nostro Parlamento l’idea del tempo è quella che probabilmente hanno
gli immortali: si ragiona in termini di ere geologiche, non certo sulla
base della durata della vita umana e degli impellenti bisogni della
gente.

Oltretutto {{mi sento complice di una indegnità democratica}}. Stiamo
aspettando da 19 mesi, che vengano mantenute le promesse fatte in
campagna elettorale. Non è stata ancora varata, ad esempio, la legge sul conflitto d’interessi, e ritengo questo ritardo gravissimo.
_ {{Non è stata
liberata la Rai dai partiti}}, non è stato fissato un antitrust sulle
televisioni, mentre in compenso tutte le leggi del governo Berlusconi,
assai criticate anche all’estero, sono in vigore, il falso in bilancio
continua a essere depenalizzato, la ex Cirielli continua a falcidiare
migliaia di processi.
_ Contemporaneamente {{il governo ha bloccato il
processo sul sequestro di Abu Oma}}r sollevando due conflitti
d’attribuzione davanti alla Corte costituzionale. E ha creato i
presupposti perché al Pubblico Ministero Luigi De Magistris vengano
tolte le indagini su politici di destra e di sinistra e il Giudice
Clementina Forleo venga fatta passare per esaltata e bizzarra.

{{Nonostante gli impegni programmatici sulla legge Bossi-Fini}} e sui Centri
di permanenza temporanea, che sarebbe più appropriato definire centri di detenzione, dove sono negati i diritti più elementari, non ci sono
novità.
_ Ora stiamo aspettando anche in Senato il disegno di legge che vieta ai
giornali di pubblicare le intercettazioni e gli atti d‘indagini
giudiziarie, già votato alla Camera da 447 deputati, con soli 7 astenuti
e nessun contrario.
_ Come andrà in Senato?

In tante occasioni ho fatto prevalere, sui miei orientamenti personali la
lealtà al governo e allo schieramento in cui sono stata eletta, ma
questa volta non potrei che votare contro.
_ Il Paese si trova in gran difficoltà economica: disoccupazione,
precarietà, caro vita, caro affitti, caro tutto… pane compreso.
_ Che dire della lontananza sconvolgente che c’è tra il governo e i reali
problemi della popolazione?
_ E che dire dei {{1030 morti sul lavoro nel solo 2007}} (cifra peraltro
destinata a crescere con la stabilizzazione dei dati Inail) Ben venga il
disegno di legge del ministro Damiano e il nuovo Testo Unico sulla
sicurezza sul lavoro.
_ Non è mai troppo tardi.
_ Solo un po’…

Che dire dell{{’indulto}} di “tre anni” approvato con una maggioranza di 2/3
del Senato, con l’appoggio di UDC, Forza Italia e AN?
_ Era certamente indispensabile alleggerire il disumano e incivile
affollamento delle carceri, ma con un criterio che rispondesse davvero
al problema nella sua essenza, con un progetto di riforma strutturale
del sistema penitenziario, con il coinvolgimento delle innumerevoli
associazioni del volontariato privato-sociale, che storicamente operano
sul territorio nazionale e locale.
_ A migliaia si sono trovati per strada e molti senza un soldo né una casa,
né tanto meno un lavoro. Dodici donne italiane e straniere furono
dimesse dal carcere di Vigevano a notte fonda in piena e desolata
campagna!
_ La notte stessa e nei mesi a seguire, circa il 20% degli scarcerati è
ritornata in cella. Sono anni che le carceri scoppiano… nessuno ha mai
mosso un dito. Di colpo arriva l’indulto!
E’ difficile non sospettare che il vero obiettivo di questa legge
proposta dal governo, fosse soprattutto quello di salvare, in fretta e
furia, dalla galera importanti e noti personaggi incriminati,
industriali e grandi finanzieri, e soprattutto politici di destra e
qualcuno anche di sinistra…

{{Che dire dei deputati e senatori condannati e inquisiti che ogni giorno
legiferano e votano come niente fosse?}}
_ Che dire di una {{finanziaria insoddisfacente}} alla quale siamo stati
obbligati a dare la fiducia, altrimenti non avrebbe avuto i voti per
passare?
_ Che dire del consenso dato dal governo Prodi nel 2006 e riconfermato, “di persona” dal Presidente Napolitano a Bush nel 2007, per la {{costruzione della più grande base americana d’Europa a Vicenza}}?
Gli impegni presi da Berlusconi sono stati mantenuti.

I vicentini hanno diritto di manifestare in centinaia di migliaia, con la
solidarietà di molti italiani, ma non di ottenere attenzione e rispetto
delle proprie ragioni.
Che dire del costante ricatto, realizzato da questo o quel onorevole, di
far cadere il governo per cercare di ottenere privilegi o cariche?
Quante volte, per non farlo cadere, ‘sto benedetto governo, ho dovuto
subire il ricatto e votare contro la mia coscienza?
Troppe. Tanto da chiedermi spesso: “Cosa sono diventata? La vota
rosso-vota verde?”

La prima volta che ho sentito forte la necessità di allontanarmi da
questa politica svuotata di socialità, è stato proprio con il
{{rifinanziamento delle missioni italiane “di pace” all’estero}}. Ero decisa
a votare contro, ma per senso di responsabilità, e non mi è stato
facile, mi sono dovuta ancora una volta piegare.
_ E non mi è piaciuto proprio. Credo che il mio malessere verso queste
scelte sia ampiamente condiviso dai molti cittadini che hanno voluto
questo governo, e giorno dopo giorno hanno sentito la delusione
crescere, a seguito di decisioni sempre più distanti da loro,
decisioniche li hanno alla fine, allontanati dalla politica.

In queste condizioni non mi sento di continuare a restare in Senato
dando, con la mia presenza un sostegno a un governo che non ha
soddisfatto le speranze mie e soprattutto quelle di tutti coloro che mi
hanno voluta in Parlamento e votata.
La prego quindi signor Presidente di mettere all’ordine del giorno
dell’Assemblea le mie irrevocabili dimissioni.

{{Non intendo abbandonare la politica, voglio tornare a farla}} per dire ciò
che penso, senza ingessature e vincoli, senza dovermi preoccupare di
maggioranze, governo e alchimie di potere in cui non mi riconosco.
_ Non ho mai pensato al mio contributo come fondamentale, pure ritengo che
stare in Parlamento debba corrispondere non solo a un onore e a un
privilegio ma soprattutto a un dovere di servizio, in base al quale ha
senso esserci, se si contribuisce davvero a legiferare, a incidere e
trasformare in meglio la realtà. Ciò, nel mio caso, non è successo, e
non per mia volontà, né credo per mia insufficienza.

E’ stato un grande onore, per il rispetto che porto alle Istituzioni
fondanti della nostra Repubblica, l’elezione a Senatrice, fatto per il
quale ringrazio prima di tutto le donne e gli uomini che mi hanno
votata, ma, proprio per non deludere le loro aspettative e tradire il
mandato ricevuto, vorrei tornare a dire ciò che penso, essere
irriverente col potere come lo sono sempre stata, senza dovermi mordere
in continuazione la lingua, come mi è capitato troppo spesso in Senato.

Mi scuso per la lunga lettera, signor Presidente, ma sono stata “in
silenzio” per ben 19 mesi! Roba da ammalarmi!

Prima di accomiatarmi non posso non ricordare quelle colleghe e colleghi
di gran valore intellettuale e politico che ho avuto l’onore di
conoscere. Tra questi una particolare gratitudine va ad Antonio Boccia,
che fin dall’inizio mi ha tenuta sotto la sua ala protettrice con
amichevole affetto, consigliandomi e rincuorandomi nei momenti difficili.
Un pensiero particolare al Ministro Di Pietro e i Senatori di Italia dei
Valori e a chi ha dimostrato simpatia nei miei riguardi.
_ Rimane il rammarico di non aver potuto frequentare, se non rarissime
volte, i colleghi oltre le mura del Senato.

Infine un ringraziamento sentito alla Senatrice Binetti e al Senatore
Tomassini che con grande umanità hanno superato le ideologie che ci
dividono, per soccorrere uniti, un bimbo di 6 anni in grande difficoltà.
_ Augurandomi che Lei possa comprendere le mie motivazioni, desidero
ringraziarLa per la gentilezza e disponibile accoglienza che mi ha
accordato.

La saluto con stima sincera

Franca Rame