Solo quando gli uomini, da soli e con una loro autonoma iniziativa, saranno in grado di prendere una loro posizione simbolica chiara, solo quando avranno il coraggio di scendere pubblicamente in piazza e di manifestare contro la violenza alle donne, sarà possibile intravedere un segno di mutamento reale ed epocale della rete socio-simbolica in cui siamo invischiati/e, scrivevo. In questo quadro tristemente immutato di evidenti difficoltà relazionali,
qualcosa di buono è avvenutoAssicuro che non si tratta di una questione di forma o di lana caprina se dico che mi sarebbe piaciuto ricevere per via diretta la comunicazione via e-mail della Manifestazione di Maschile plurale a Roma in data 21 da alcuni amici dell’Associazione medesima che ho avuto il piacere d’invitare a Padova ad alcuniConvegni organizzati da Oikos-bios e che collaborano con noi per un lavoro nelle scuole.
_ Non è andata così e probabilmente non ci avrei fatto caso se non fosse che,
guardando le cose in apres-coup, una certa mancanza di attenzione si è manifestata
anche in altre occasioni e in altre forme, destando in me alcune perplessità e
sollevando alcuni interrogativi in merito all’effettiva capacità di stabilire
relazioni nuovamente e diversamente impostate fra uomini e donne.

Considero in effetti, in generale – e sit venia verbis – le non risposte alle
e-mail, un gesto che non tiene in gran conto l’altro/a, neppure a livello della pura
e semplice educazione.

Considero, altresì, gesto di dispregio o quanto meno di sufficienza – ma forse
sbaglio – il disinteresse e l’indifferenza verso la produzione teorica di chi
contribuisca, in quanto donna, all’elaborazione riguardante le problematiche di
genere.

Considero, ancora, gesto poco consono – ma forse sbaglio – ricevere un testo e
ammutolire facendo “come se non” lo si fosse ricevuto.

Eppure in questo quadro tristemente immutato di evidenti difficoltà relazionali,
qualcosa di buono è avvenuto: è diventato vero, ciò che in un articolo da me inviato tempo fa
a Il Paese delle donne. veniva fortemente auspicato:

“Solo quando gli uomini, da soli e con una loro autonoma iniziativa, saranno in
grado di prendere una loro posizione simbolica chiara, solo quando avranno il
coraggio di scendere pubblicamente in piazza e di manifestare contro la violenza
alle donne, sarà possibile intravedere un segno di mutamento reale ed epocale della
rete socio-simbolica in cui siamo invischiati/ e”.

Ma c’è dell’altro di cui rallegrarsi: c’è che in una riunione piuttosto agitata,
tenutasi un anno fa in una bella osteria di Padova con un rappresentante di Maschile Plurale, l’insistenza sulla necessità da parte degli uomini di assumersi “collettivamente la responsabilità storica” dei danni del Patriarcato – ritenuta da parte nostra una conditio sine qua non per procedere nella discussione a partire da alcuni punti fermi – è stata posta con forza.

E questa “responsabilità collettiva”
non era, in quel momento nè scontata, nè condivisa.
_ Benvenga dunque la sua celebrazione nel Manifesto, ma credo che sul rispetto nei riguardi delle donne, ci sia ancora molto, moltissimo lavoro da fare…..