Per la serata del 26 novembre il cartellone del Circolo La comune [Bolzano] prevedeva uno spettacolo dal titolo :”Figlie dell’epoca” che è andato in scena regolarmente e con successo, dato che l’auditorium del Liceo Torricelli, che ci ospitava, e che contiene 300 posti a sedere, dei quali circa 200 in platea , era praticamente pieno.

Lo spettacolo è stato seguito con intensissima attenzione, fino a frenare applausi intermedi molto sentiti, per non perdere la tensione emotiva costruita dal testo di Roberta Biagiarelli e dalla sua dizione .

Perchè dedico un pezzo a questo evento? La Comune è solita al successo, ha un pubblico molto colto attento e partecipe, non sembrerebbe una eccezione.

Ma qui l’eccezione è nell’argomento . Il lavoro di Roberta è dedicato al convegno che le donne europee e non solo celebrarono all’Aja il 28 aprile 1915, quando cioè la prima guerra mondiale era già incominciata, e da lì levarono parole gesti decisioni appelli che erano una profetica denuncia del carattere selvaggio barbarico inutile della guerra. E intendevano fermarla : come mai intanto il Piave continua a mormorare e ad accompagnare gli eserciti che fan contro il nemico una barriera e aiuta i soldati a cantare -non si sa quanto spontaneamente:. “Mai più il nemico faccia un passo avanti”?

Roberta ,documentatasi con grande precisione e scrupolo fa capire quanto la prima guerra mondiale fosse respinta dai popoli del continente e che fu imposta, ma fu davvero “Una inutile strage” che rese le coscienze meno sensibili ai massacri bellici: fece entrare la guerra nelle coscienze rese ottuse dal crescente nazionalismo ecc.ecc.

In breve le celebrazioni che si tengono e si terranno sulla prima guerra mondiale sono falsi storici. Ho appena finito di rileggere La vita ingenua di Vittorio Gorresio, che vinse il premio Strega nel 1980, e che racconta di una famiglia piemontese di grandi tradizioni militari, dove spicca la figura della nonna dello scrittore, giolittiana convinta, che si aspetta che il suo idolo politico saprà tenere l’Italia fuori dallo scontro ecc.ecc. Le canzoni d’epoca documentano l’estraneità e l’ostilità popolare verso la guerra, da Montecanino, a era una notte che pioveva, a Gorizia tu sei maledtta …

E’ dunque gran tempo che si rimedi a questo clamoroso falso storico sulla prima guerra mondiale, che non si deve mai -appunto- chiamare “grande”, ma “prima” con la ferma volontà che la tragica elencazione si fermi al 2, pena la fine del mondo, se dovesse mai continuare.

Dico che Roberta ci offre uno straordinario strumento per questa opera di vera cultura, civltà, etica: diciamole grazie, facciamo girare il suo lavoro .

Noticina agra

Ho osservato che l’interesse per l’opera è stato differente tra uomini e donne e lo si deve dire, dato che giustamente l’autrice afferma che “Figlie dell’epoca” è uno spettacolo di genere.
Dunque: gli spettatori maschi, gentili, civili, addestrati al tono pro donne della cultura del circolo, però hanno osservato che lo spettacolo è pesante, duro, ci vorrebbe qualche alleggerimento, una messa in scena meno scabra e nuda: Beh NO! questo spettacolo vale per il testo, non ha bisogno di orpelli o attenuazioni, di elementi esornativi. Quanto più è scabro e nudo, tanto più è vero. E BASTA.