E’ ai blocchi di partenza la {43a edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro}. Un festival di cinema che ha fatto scuola, a cavallo tra modernità (la ricerca costante di nuovi talenti di estrazione e provenienza quanto mai eterogenea) e tradizione (si tratta di uno dei principali appuntamenti festivalieri italiani, per coloro che amano la settima arte). Quest’anno, la sezione concorso della rassegna pesarese, si segnala per un fatto inedito: fra gli otto film selezionati (a fronte di un totale di circa duecento opere visionate), ben cinque sono diretti da cineaste donne.

Le registe provengono da Paesi molto diversi fra loro, per cultura e memoria cinematografica (oltre che per storia e cultura, naturalmente, da cui il cinema non può certo svincolarsi): sono la cinese {{Xiaolu Gou}} ({Jin tian de yu ze me yang – How is Your Fish Today?}) , l’argentina {{Ana Katz}} ({Una novia errante}), la statunitense {{Nina Davenport}} (il suo {Operation Filmaker} è un {work in progress}), la russo-armena {{Maria Saakyan}} (che firma un’opera dal suggestivo titolo “woolfiano”, {Mayak – The Lighthouse}) e la malese {{Yasmin Ahmad}} ({Gubra – Anxiety}).

“Ciò segnala una tendenza interessante, quanto foriera di novità: è un trend che indica come oggi l’attività artistica audiovisiva, non solo nel Primo Mondo, non sia appannaggio esclusivo degli uomini. Il cinema del prossimo futuro può contare su un patrimonio di idee e di talenti di natura femminile che lascia sperare in una nuova linfa vitale”. Sono parole del direttore artistico della Mostra, Giovanni Spagnoletti, che, nelle vesti di curatore della {kermesse}, non può venir meno al suo ruolo di promotore delle personalità emergenti più notevoli nel settore cinematografico.

Ma l’attenzione rivolta al mondo delle {filmakers} non si esaurisce nella sezione concorso: all’interno dell’interessante retrospettiva dedicata ai nuovi esponenti del cinema italo-americano – finalmente emancipatosi dal mondo dei gangsters, dei padrini e della Mafia – la {Mostra} donerà risalto alle importanti personalità di autrici di cinema come {{Nancy Savoca}} e {{Marylou Tibaldo-Bongiorno}}.

Nella giuria del concorso, infine, composta da quattro membri, figurano due uomini (Mimmo Calopresti, regista) e Michele Anselmi (critico cinematografico) e due donne. Si tratta di {{Lidia Ravera}} (scrittrice, giornalista e sceneggiatrice cinematografica e televisiva) e {{Adrienne Mancia}} (è stata curatrice del Dipartimento Cinema del {MoMa} di New York per più di vent’anni, nominata nel 1984 {Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres}).
_ Insomma, anche per quanto concerne il {“potere decisionale”}, non esiste inferiorità numerica a schiacciare, come di regola avviene, il pensiero femminile. Altro che {“quote rosa”}!