Riceviamo e pubblichiamo il seguente documento del Gruppo Promozione donna e del forum uomo-donna che operano nella diocesi di Milano.IL Gruppo Promozione donna e il forum Uomo-Donna da molto tempo operanti nell’ambito della Chiesa Ambrosiana, unendosi ad altre, purtroppo poche, voci libere e consapevoli e di fronte ai recenti gravissimi episodi di stupro, alla {{faciloneria enfatica}} di giudizi che da {{certe parti politiche e sociali}} vengono emessi, e al megafono mediatico, nonché {{ai silenzi e alle omissioni spesso clamorose della Chiesa in genere}}

{{denunciano}}

a) {{l’equivoco del linguaggio}} a proposito di questo tipo di violenza, che è sempre violenza di {{uomini contro donne}}, prima ancora che di stranieri e di italiani (familiari e non); violenza che rivela in modo assolutamente evidente il perdurante carattere patriarcale e maschilista della nostra società, di cui tutti siamo corresponsabili,

b){{ la distorsione e la superficialità di certi uomini politici}} che, di fronte a fatti così gravi, lesivi della dignità e incolumità delle donne, comunque e dovunque accadano, si lasciano andare ad esternazioni offensive e qualunquiste, dando per scontato e giustificando un modello di donna funzionale all’uomo e sempre possibile vittima di stupro e di uomo-padrone sempre possibile stupratore

{{Propongono e reclamano}}

1) che {{nei dibattiti mediatici}} a seguito di stupri non prevalgano gli aspetti scandalistici o pregiudiziali, ma se ne parli come di un problema serio, coinvolgendo prevalentemente le donne e non come pretesto per discriminazioni e razzismi,

2) di oscurare {{tutti i siti di stupro}} su Internet,

3) di ripristinare{{ i finanziamenti ai Centri Anti-violenza}} (ridimensionati al minimo dall’attuale governo),

4) di promuovere{{ corsi formativi}} sulla relazione uomo-donna e sulla sessualità, da tenersi presso scuole e centri di aggregazione giovanile sia laici che ecclesiali,

5) di attivare {{uno sveltimento dei processi per stupro}}, tenendo conto della gravità incontestabile del reato e della giusta commisura della pena,

6) di promuovere e curare con i debiti mezzi, negli ambiti educativi e formativi, culturali ed ecclesiali, {{l’uso del linguaggio di genere}}, al fine di mettere in risalto, come concreta attuazione di parità, la componente femminile che rappresenta la metà dell’umanità,

7) di trovare le modalità per {{interpellare le donne della base}} circa i problemi che le riguardano direttamente.

{Milano, 1 febbraio 2009}