Le donne sono state escluse dal Comitato per la revisione della Costituzione e molte temono che le loro domande non siano ascoltate in un Egitto post-Mubarak. Per prevenire ciò, attivisti – uomini e donne – stanno organizzando una “Million Woman March” per la giornata internazionale delle donne, 8 marzo ore 15 in Tahrir Square.”Ciò è una continuazione della rivoluzione” ha detto uno degli organizzatori, Aalam Wassef, la scorsa notte a piazza Tahrir. “Non possiamo permettere che le donne siano lasciate fuori, perché loro vogliono esserci”. Secondo Wassef, la messa in rilievo dei diritti delle donnre poggia sulla solidarietà che è stata una delle maggiori caratteristiche della rivoluzione, ed anche, molto probabilmente, una chiave del suo successo. Yasmine Khalifa,
che studia Womens Studies ed è un’altra organizzatrice, agggiunge: “Lo slogan durante la rivoluzione era politico, ma anche di solidarietà”.

I diritti delle donne sono un obiettivo naturale ora che Mubarak è caduto e gli Egiziani possono mettere a fuoco obiettivi più spedifici. Una cosa
su cui Wassef e Khalifa sono impegnati e che sarà al centro della marcia delle donne, è il martirio di Sally Zahran. E’ diventata un simbolo della brutalità del regime.

Martedì, gli slogan portati da manifestanti celebrerano le donne sia su base individuale -madre, sorella, figlia – sia come desideri collettivi delle donne egiziane. Fra questi, l’abolizione dell’articolo 2 della costituzione che cita la Sharia come fonte principale di legislazione.
In un governo a base religiosa, i diritti delle donne sono annullati, sostengono Wassef e Khalifa.

La marcia segnerà l’inizio di un percorso per l’avanzamento dei diritti delle donne in Egitto, un processo segnato dalla Giornata internazionale delle donne ma anche dal Giorno delle donne egiziane (16 marzo) e il Giorno della madre (22 marzo). L’organizzazione avviene su Facebook

http://www.almasryalyoum.com/en/node/339251
traduzione Giovanna Romualdi