I media riportano che le autorità egiziane si preparano a parlare con le opposizioni, inclusi, potenzialmente, i Fratelli musulmani. Ma dove sono le donne?Guardando la BBC, Channel 4 e Al Jazeera è difficile non rimanere colpite dalla forte presenza delle donne accanto agli uomini che manifestavano per la democrazia.
_ Quando le cose si facevano più difficili a Piazza Tahrir erano delle donne medico a curare i feriti.
_ Se Egitto e Tunisia vogliono convincere il resto del mondo che la marea nazionale va verso la democrazia, quale segnale migliore di un governo provvisorio di transizione o un comitato costituzionale composto almeno dal 40% di donne e da almeno il 40% di uomini?

Questo riequilibrio tra donne e uomini all’interno del Parlamento non è solo una questione formale. Tutto lo spettro politico della regione ha delle donne leader. La cornucopia egiziana delle donne leader include Nehad Abul Komsan, dell'[Egyptian Center for Women’s Rights->http://ecwronline.org/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1&lang=english], l’avvocata Bushra Asfour del [Ghad Party->http://en.wikipedia.org/wiki/El-Ghad_Party] (in inglese), o Hoda Badran dell'[Alliance for Arab Women->http://www.theallianceforarabwomen.org], Laila Takla presidente dell’associazione delle donne avvocato, o ancora la parlamentare Syada Greiss, per fare solo alcuni nomi.

La femminista e attivista per i diritti umani [Nawal El Saadawi->http://www.democracynow.org/seo/2011/1/31/women_protest_alongside_men_in_egyptian] (in inglese), prigioniera politica ed esule per molti anni è appena tornata al Cairo ed ha dichiarato: “Le donne e le ragazze sono affianco agli uomini nelle strade. Invochiamo giustizia, libertà ed eguaglianza e una democrazia reale. Vogliamo una nuova Costituzione. Non deve esserci discriminazione tra uomini e donne, né tra cristiani e musulmani”.

La volontà di usare la forza bruta contro il popolo egiziano è stato un segno distintivo del presidente Mubarak per molti anni. Le elezioni del 1995 sono state estremamente violente, e questo fu uno dei principali fattori che impedirono la partecipazione politica di molte donne come candidate o elettrici.

In quel periodo mi trovavo in Egitto per un workshop sulla leadership femminile. Nei miei appunti ho annotato le parole di una delle partecipanti: “Sono state le peggiori elezioni egiziane da quando c’è il Parlamento. L’elemento della violenza nella vita politica era nuovo, senza precedenti”. E aveva aggiunto: “La violenza veniva dalle persone e dalla polizia, terroristi armati e antiterroristi armati. Coloro che uccisero così tante persone non sono mai stati processati”.

Durante quel workshop da più parti mi venne chiesto: “Come si fa a trattare con la violenza e la corruzione nelle elezioni?” e “Come candidata, come fai a proteggerti dagli attacchi fisici?”
_ Le partecipanti lamentavano una massiccia corruzione e brogli elettorali. Era opinione diffusa che nei seggi elettorali circolassero bustarelle. Due candidate denunciarono di essere state rielette dai votanti, ma che i seggi vennero dati ai loro oppositori.

Una di loro disse: “Abbiamo vinto con la democrazia. Abbiamo perso con la violenza. Siamo testimoni della frode: non esiste un partito che davvero possa avere il 79% dei seggi.”

Le donne rurali in Egitto hanno votato di più delle donne delle città perché le prime sono state riunite e gli è stato detto cosa votare. Le donne egiziane colte erano meno convinte del voto.
_ Avevano perso la fiducia nei politici di tutti i partiti, e infatti nel 1995 solo il 25% degli iscritti alle liste elettorali erano donne.

L’Egitto avrebbe molto da imparare dal Sud Africa per quanto riguarda una transizione pacifica attraverso processi di inclusione ampia.
_ La Costituzione sud africana, costruita su una forte consapevolezza delle ingiustizie passate, è ancora una delle più avanzate del mondo.
_ Significativamente il comitato incaricato di redarre quella costituzione era composto approssimativamente da un eguale numero di uomini e donne.

Le donne hanno inoltre giocato un ruolo fondamentale nello smantellamento dell’apartheid. Durante i difficili e lunghi negoziati che portarono alla fine dell’apartheid, ogni volta che gli uomini volevano lasciare il tavolo le donne insistettero affinché il dialogo continuasse.

Cosa succederà ora se l’Egitto rovescerà il regime di Mubarak?
_ Come in molte altre regioni che escono da un conflitto (Kosovo, Aceh, Sierra Leone, Afghanistan, Iraq, Nepal) per passare da uno stato oppressivo ad uno stato moderno e pienamente efficiente, anche la popolazione egiziana avrà bisogno di una urgente riforma dei sistemi di sicurezza, della polizia, delle prigioni e del sistema giudiziario così come di liberarsi dalla paura di quello che vogliono individui e comunità.

Gli inclusivi processi di consultazione usati in Sud Africa nello smantellamento dell’apartheid potrebbero essere un buon modello.
_ Il Sud Africa indisse pubbliche consultazioni che includevano specificamente le donne.
_ Il loro coinvolgimento attivo cambiò significativamente il focus relativo ai sistemi di sicurezza: dalla predominante tecnica maschile di dibattito (su dimensioni, costi e tipi di armi) ad una più larga centrata sulla sicurezza umana, lo stato militarizzato e i suoi costi.

La disussione venne deviata dalla tradizionale nozione di{ sicurezza} verso una cornice politica che inserisce la sicurezza umana nel contesto dello sviluppo economico, sollievo dalla povertà, accesso ad acqua e cibo, educazione, salute e che di questo fa l’epicentro della sicurezza nazionale.

Sfortunatamente il bilanciamento tra uomini e donne che decideranno il futuro dell’Egitto sembra diverso: come spesso accade durante il periodo di transizione che fa seguito a dei conflitti mortali, i leader, prevalentemente maschili, impongono o ottengono l’accesso al potere formale in campo politico ed economico e definiscono l’agenda con metodi dall’alto verso il basso.

Questo mondo predominantemente maschile, con le sue gerarchie e i suoi schieramenti costituiti da partiti politici preesistenti o da leader religiosi, gerarchie militari, ministri, diplomatici, mafie e uomini d’affari, sono gli stessi che agivano sotto il passato screditato regime.
_ Da Colombo a Kathmandu, da Israele all’Irlanda del Nord, ai colloqui formali e ai negoziati sul futuro del loro Paese, le leader donne nella società civile, le organizzazioni comunitarie, le ONG, i gruppi di difesa e le donne dei partiti politici, sono come un coro greco appena percettibile, che suggerisce un altro copione da dietro le quinte.

Le conseguenze a valle dell’esistenza di questi universi separati sono di vasta portata, e l’incapacità di comprendere pienamente le donne nella giustizia di transizione è sorprendente. Il 50% di tutti i conflitti mortali si ripete nell’arco di 10 anni.

Dala {{risoluzione del’ONU n. 1.325}}, che assicura pari e pieno coinvolgimento in tutti gli sforzi per il mantenimento e la promozione della pace e della sicurezza delle donne, e la necessità di aumentare il loro ruolo nella decisione – in ordine alla prevenzione e risoluzione dei conflitti a tutti i livelli, potrebbe venire una importante lezione per l’Egitto.

Abbiamo appena superato il 10 ° anniversario di questa risoluzione, una risoluzione analoga è stata approvata nel 2000 dal Parlamento europeo a sostegno di 1325.
_ Una raccomandazione che accompagna la risoluzione del Parlamento europeo chiede la rappresentanza di almeno il 40% di donne in tutti i livelli del processo decisionale nella costruzione della pace.
_ Elementi della risoluzione 1325 potrebbero essere estremamente utili per assicurare un esito positivo alle rivoluzioni di strada in Egitto e Tunisia.

La giovane attivista egiziana [Fatma Emam->http://www.wluml.org/node/6926] ha chiesto alle donne di tutto il mondo di mostrare solidarietà con le donne egiziane: “Qualcosa che mi ha impressionato in questa rivoluzione, ha reso reale il mio sogno si è avverato: ho visto un movimento femminista unito, potente e coinvolto nella situazione politica. _ Siamo unite per una causa, a prescindere dall’ideologia, generazione o appartenenza politica.
_ Le donne hanno dato un grande esempio di questa rivoluzione dove sono state in prima linea: coordinamento, elaborazione strategica e attuazione.
_ Come ha detto il mio caro amico, Hassan Mozn detto, abbiamo combattuto in pubblico come nella sfera privata per rivendicare i nostri diritti, e questo è il cuore della nostra lotta femminista. Verrà un giorno in cui diremo tutte le storie gloriose del popolo egiziano. Noi dimostreremo che non importa quanto a lungo dura l’ingiustizia prevale, un giorno comunque finirà. ”

– Traduzione di Cristina Papa
– Immagine tratta dal sito thenational.ae