“E tu di che talento sei?” è il titolo del Manifesto/agenda per una plurale visione e rappresentazione della figura femminile in TV” presentato il 17 marzo, presso l’Associazione Stampa Romana, dal Gruppo 7 della Consulta Femminile per le P. O. Regione Lazio.
{{Nella Condorelli}}, {{coordinatrice del Gruppo 7}} (Pluralismo, Informazione e Comunicazione), nel descrivere la genesi e le finalità della ppubblicazione, ha sottolineato come la scelta di parlare di “figura femminile” e non di “corpo femminile”, sia nata dalla consapevolezza che quanto sta accadendo non si limita all’esteriorità ma investe tutta la rappresentazione del genere femminile e la restituisce distorta e/o negata principalmente attraverso lo strumento di maggiore divulgazione, più incisivo nella società. Basta aprire un qualsivoglia canale televisivo, privato e pubblico, e per le donne l’umiliazione è garantita. Tutto un trionfo di secondarietà, pedissequa riproduzione di triti e maschilisti modelli tradizionali spacciati come innovativi, di successo e paritari!

Per modificare la situazione, il Gruppo 7 ha anche proposto {{un Osservatorio}}, buon ultimo della serie quarantennale di iniziative ma non per questo meno interessante nella volontà di ottenere il rispetto delle leggi vigenti, perché delle leggi ci sono, e l’impedire che il giro di boa odierno cancelli la messa al centro del soggetto donna. Per questo il Gruppo 7 ha scelto per il {{Manifesto/agenda}} la bella parola “talenti”, riassuntiva di capacità, saperi e inclinazioni, da opporre alla marea d’insulsaggini, vecchiumi, ammiccamenti, doppi sensi, volgarità, oscenità varie e sudditanze femminili imposte o volute.

Tutto ciò dovrebbe, in un accrescersi di civiltà, diventare obsoleto e incomprensibile alle nuove generazioni.

Il Gruppo 7 propone il Manifesto/agenda come strumento di riflessione e di lavoro in un ottica la più allargata e approfondita possibile ed estesa a tutta la Comunità europea.
Di quì, la scelta di aprire il Manifesto/agenda con l’intervista “A che punto siamo?”, fatta a {{Margareth Gallagher}} (esperta Gender e Media della Commissione Europea a Bruxelles).

In essa s’appura “che in sede di istituzioni {{UE, la direttiva del 2007}} sui servizi dei media audiovisivi (2007/65/EC) impone (art. 3b e 3e del capitolo IIA), che né il contenuto dei media né la pubblicità debbano includere o promuovere alcuna discriminazione in base al sesso o contenere incitazione all’odio su base sessuale.” S’appura anche che “il 3 settembre 2008 il P. E. ha votato una {{Risoluzione}} relativa alle modalità in cui marketing e pubblicità influenzano la parità tra donne e uomini (2008/2038 – INI), e più recentemente, il 9 novembre 2009, il Comitato per i diritti delle donne e la parità di genere del P. E., ne ha adottata un’altra sulla violenza contro le donne (PE430.297v01-00).”

Molto interessanti anche, nel Manifesto/agenda:
_ la rassegna {{delle Direttive dell’Unione Europea e delle sue Risoluzioni}};
_ gli articoli sui {{monitoraggi delle Azioni Positive}};
_ la “Testimonianza” di {{Gioia Di Cristofaro Longo}}, voce ineludibile, nel merito, dell’analisi femminista;
_ la presentazione della {{Piattaforma del Cedaw-Italia}};
_ la riflessione sul “{{Genere nel contatto di servizio pubblico televisivo}}” e sul {{Codice di regole Donne e Media}};
_ le “{{Genealogie visive}}” che ripercorrono, di Madre in Figlia, “il Novecento eccellente delle donne”.

Infine, “Talento & Saperi” consegna le riflessioni dei {{dieci Gruppi di lavoro della Consulta, presieduta da Donatina Persichetti.}}

Nell’occasione, è stata ricordata la trasformazione statutaria della Consulta e gli atti certi che ne hanno reso “obbligatorio” il parere. Un importante passo avanti sull’auspicata strada del renderlo “vincolante”.