Da uno speciale “foglio mfpr” che alcune compagne stanno portando
alla due giorni che si sta svolgendo a Siena, riprendiamo la nota sulla
mobilitazione del 9 e 10 luglio “se non ora quando un paese per donne?”Questa nuova mobilitazione del 9 e 10 luglio di tantissime donne, dopo le
grandi manifestazioni del 13 febbraio, esprime che è sempre viva quella
{{“rivolta di dignità”}}, espressa da un milione di donne in piazza il 13, ma
anche in tante altre lotte di questi mesi.
Ma nello stesso tempo l’esperienza di febbraio ci deve pure insegnare
qualcosa e non dobbiamo permettere che la storia si ripeta uguale…

Ancora una volta ci troveremo sul palco, all’insegna che {{tutto fa brodo}},
dalle parlamentari del Pd, dalla Concia, alla Turco alla Bindi, alle
parlamentari del centro destra, come Giulia Bongiorno, dalla ex direttrice
del secolo d’Italia, Flavia Perini, alle dirigenti sindacali, come la
Camusso che da febbraio ad oggi non ha certo aiutato la battaglia per i
diritti delle donne, anzi… Come si farà il 9 e 10 a parlare di lavoro,
precarietà, diritti delle lavoratrici e ascoltare pacificamente la Camusso?

Alcune organizzatrici parlano di rapporto nuovo con la politica: “Positivo
alla fine. Abbiamo incontrato tutti i candidati, quelli erano un pò
distratti. ma le donne di tutti i partiti, ci hanno ascoltato. Sembrano
intenzionate a costruire un’alleanza trasversale” ([Il Manifesto del 7.7.11).->http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20110707/manip2pg/04/manip2pz/306240/]

Ma questa strada, che apparentemente sembra nuova, è già stata sperimentata:
le donne in parlamento sono aumentate, quelle al governo pure, ma quale
lavoratrice, quale precaria potrebbe dirsi contenta che ci siano un pò meno
uomini, ma più Gelmini, più Carfagne, ecc.?

Noi pensiamo che questa grande necessità e voglia di partecipazione, debba
{{coniugarsi con una ribellione}}, con una effettiva rivolta delle donne, che
{{non può fermarsi ad una affermazione autocompiaciuta di “esserci”}}.

Non è un caso che queste manifestazioni ricevono l’appoggio anche delle
istituzioni, della stampa e invece le lotte che pure fanno le operaie, le
lavoratrici, le donne nei territori, nelle scuole, le disoccupate, le donne
nei vari movimenti, bene che vada ricevono il silenzio, o più spesso la
repressione.

Se si facesse uno sciopero delle donne, che succederebbe e che direbbero
molte delle esponenti politiche, istituzionali, sindacali che sono oggi a
Siena?