Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Chiara Ingrao, “vecchia metalmeccanica”, che invita a interrogarsi sulla vicenda Fiat e a firmare gli appelli di Micromega e della Fiom Cgil per lo sciopero del 28 gennaio.Cari tutti/e, intanto buon anno, anche se l’anno non mi sembra cominciare sotto i migliori auspici. Tanto per citarne una, nei prossimi giorni lavoratori e lavoratrici della Mirafiori saranno costretti a votare su {{un quesito assurdo}}: o accetti orari di lavoro più pesanti, meno pause, più straordinario, turni di notte, malattia non pagata, rinuncia a diritti indisponibili come il diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale democraticamente eletta, o la fabbrica chiude.

Molti hanno sottolineato quanto il ricatto sia menzognero, oltre che ignobile: non è vero che sia così semplice per la Fiat andarsene dall’Italia, non è vero che i SUV (i SUV!!) che vuole produrre a Mirafiori si possono produrre ovunque e poi caricarli su navi o tir e portarli a scorrazzare in giro per il mondo, non è vero che dalla crisi Fiat si esce distruggendo il sindacato e spremendo i lavoratori oltre ogni limite, ma serve ricerca, nuovi prodotti e un nuovo piano industriale, riconversione ecologica e innovazione tecnologica, e così via.

Cose di buon senso, che invece vengono bollate come pericoloso estremismo, mentre sempre di più circolano fra noi interrogativi angosciosi: e se la prossima volta, per ottenere un investimento in Italia, chiedessero alle lavoratrici di rinunciare alla maternità, che per esempio non è garantita né negli Stati Uniti né in Cina? Se ci chiedessero di far cucire palloni ai bambini anche qui in Italia, anziché fare campagne internazionali contro il lavoro minorile? Se ci chiedessero di cancellare le ferie, le festività, di lavorare 18 ore al giorno? Nelle campagne di Rosarno già si fa: invece di indignarsi, perché non esportiamo quei modelli di lavoro anche in fabbrica? Dov’è il confine, di questa corsa al ribasso per inseguire un’idea di globalizzazione sempre più feroce? E non lo abbiamo già visto nella crisi finanziaria globale, quali risultati può portare dare mano libera totale alle imprese, senza alcun controllo né vincoli?

Non voglio farla troppo lunga: hanno già scritto in tanti e tante, molto meglio di me. Voglio chiedervi solo, come piccolo buon proposito del nuovo anno, di {{dedicare qualche minuto a riflettere su questa vicenda}}, e a compiere alcuni piccolissimi gesti:

-{{firmare i due appelli }} […] (uno della Fiom [[FIOM]

[[{{appello della Fiom Cgil}}
{{UNITI CE LA POSSIAMO FARE}}

Abbiamo convocato lo sciopero generale dei metalmeccanici per il 28 gennaio; è una tappa
fondamentale per la riconquista del Contratto Nazionale e la salvaguardia dei diritti nei
luoghi di lavoro.

La scelta compiuta dalla Fiat alle Carrozzerie di Mirafiori e a Pomigliano D’Arco è un atto
antisindacale, autoritario e antidemocratico senza precedenti nella storia delle relazioni
sindacali del nostro paese dal dopoguerra.

È un attacco ai principi e ai valori della Costituzione Italiana e alla democrazia perché
calpesta la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici di decidere a quale sindacato aderire per
difendere collettivamente i propri diritti e di eleggere i propri rappresentanti in azienda.

Chi
non firma scompare e chi firma diventa un sindacato aziendale e corporativo guardiano
delle scelte imposte dalla Fiat. Si annullano il Contratto Nazionale di Lavoro e peggiorano
le condizioni di fabbrica, si aumenta lo sfruttamento e l’orario di lavoro, si lede ogni diritto
di sciopero e si riduce la retribuzione a chi si ammala cancellando così in colpo solo anni di
lotte e di conquiste.

Il ricatto di Marchionne è coerente con la distruzione della legislazione del lavoro in atto
che vuol rendere tutti soli e precari; è la stessa logica regressiva messa in pratica dal
Governo con l’attacco al diritto allo studio e alla ricerca attuato attraverso l’approvazione
del DDL Gelmini e il taglio ai fondi per l’informazione e la cultura. Si mettono così sotto
scacco principi democratici di convivenza civile fondamentali.

La Fiom considera il lavoro un bene comune e per questo il 16 ottobre dopo il
ricatto/referendum illegittimo imposto dalla Fiat a Pomigliano ha dato vita a una grande
manifestazione, aperta a tutti coloro che sono impegnati nella difesa di diritti e libertà
costituzionali inviolabili.

Lo sciopero generale proclamato per il 28 gennaio della categoria e le manifestazioni dopo
il ricatto/referendum di Mirafiori hanno lo stesso obiettivo: come ha dimostrato
l’introduzione delle deroghe nel Contratto Nazionale dei metalmeccanici firmato da
Federmeccanica e le altre organizzazioni sindacali, quando si ledono diritti fondamentali la
ferita non si circoscrive ma travolge progressivamente tutto il mondo del lavoro.

La Fiom è impegnata a sostenere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro senza
deroghe, a difendere la legalità, la democrazia e la libertà di rappresentanza sindacale, a
combattere la precarietà e il dominio del mercato che divorano la vita delle persone e
compromettono la coesione sociale e il futuro del paese.

Chiediamo a tutte le persone, le associazioni e i movimenti che condividono queste ragioni
di sostenere la lotta dei metalmeccanici e di firmare questo nostro appello.

Per adesioni: www.fiom.cgil.it]]] e uno di [Micromega->http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-societa-civile-con-la-fiom-si-ai-diritti-no-ai-ricatti-firma-lappello-di-andrea-camilleri-paolo-flores-darcais-e-margherita-hack/]), […]

-{{non rassegnarvi a un centrosinistra plaudente o “neutrale”}} di fronte al più grave attacco alla libertà, alla democrazia, alla dignità dei lavoratori, mai verificatosi negli ultimi 50 anni. Se siete iscritti o sostenitori del PD, andate nelle sezioni, scrivete ai vostri gruppi dirigenti, chiedete che il vostro partito ascolti e rifletta, che non si consegni inerme ai ricatti del più forte. Se come me sostenete SEL, o Italia dei valori, o la Federazione della sinistra, chiedete di non arroccarsi nelle proprie giuste scelte, ma invece di continuare a incalzare il PD e perfino “i moderati”, perché una violazione della democrazia come quella cui stiamo assistendo, probabilmente la DC non l’avrebbe mai accettata. {{Se siete impegnati nei movimenti nella scuola, nelle università, nella cultura, }}che tanta forza e speranza ci hanno comunicato in questi mesi, fate della vicenda Fiat uno dei temi centrali della vostra riflessione e del vostro lavoro. {{Infatti che speranza c’è per la cultura nel nostro paese, se vince la cultura della giungla? Che speranza c’è per i diritti di precari e migranti, se ogni idea di diritti viene spazzata via come un orpello inutile?}}

-e infine, sostenete la FIOM, non solo politicamente, ma anche nel concreto. Lo sapete che con questo accordo il sindacato che non firma perde non solo la rappresentanza in azienda, che già di per sé è una cosa aberrante, ma perde anche il diritto di assemblea, di circolazione sul posto di lavoro, e perfino di far fare ai lavoratori che decidono di iscriversi al sindacato la trattenuta in busta paga? Si tornerà ai militanti che devono girare ogni mese casa per casa, per raccogliere i soldi delle tessere!

Di fronte a questa prospettiva, {{non basta il nostro sdegno}}: servono anche i nostri soldi. […]

Scusatemi se l’ho fatta troppo lunga: sono una vecchia metalmeccanica, dopo tutto. Di questi tempi, ne vado particolarmente fiera.