Noi donne non andremo più a votare, non sosterremo più alcun candidato, restituiremo le tessere sindacali, se sosterrete una manovra che fa pagare i conti alle donne, ai giovani e al futuro di questo paeseGli economisti Alesina e Ichino hanno pubblicato di recente un libro notevole, {L’Italia fatta in casa}, che dimostra quanto il lavoro svolto tra le mura domestiche costituisca un enorme PIL potenziale tuttavia non ricompreso nei conteggi della contabilità nazionale, soprattutto qui in Italia.

Dunque ci sono arrivati gli economisti già da un po’, le economiste come {{Antonella Picchio}} lo insegnano da tempo anche nell’Università e nella Commissioni Nazionali (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Commissione dell’Informazione, {La questione del lavoro non pagato nella produzione di servizi nel nucleo domestico}, a cura di Antonella Picchio, Roma 1997) ma i governi paiono non sentirci mentre noi donne lo sappiamo da sempre: il nostro lavoro quotidiano regge l’economia del paese su tanti fronti, dalla sanità all’educazione, dall’alimentazione al risparmio energetico, e permette una qualità di vita altrimenti impensabile, soprattutto ora, in epoca di crisi, in cui sembra che delle nuove generazioni – ovvero l’orizzonte del futuro – non ci si debba preoccupare.

Si tagliano i servizi, le mense scolastiche, il tempo pieno delle scuole, gli asili. Ma guardiamo bene: chi cura, fa crescere con attenzione e amore le nuove generazioni?
_ Un esercito di anziane prima di tutto e anche di anziani (la risorsa nonni) si occupa senza oneri per lo Stato dei bambini e sono donne e uomini che invece si vorrebbero al lavoro per sempre.

Forse chi ci governa non sa che le giovani donne e i giovani uomini di oggi hanno lavori così precari e mal pagati che non possono neppure sognarsi di ingaggiare babysitter? Le moltitudini di bamboccioni, secondo la definizione di un ministro che è corso in pensione assai presto, non possono permettersi di uscire di casa e hanno difficoltà a prospettare il proprio futuro.

{{La solidarietà familiare, che si sostiene per lo più sulle spalle delle donne}}, è ciò che impedisce lo sgretolamento di una società fatta a pezzi da una rincorsa a uno sviluppo non sostenibile e a un dominio delle merci sulle vite individuali.
_ Crollato il pur ridotto sistema di welfare, è solo la famiglia il luogo a cui si ritorna e a cui si richiede di compensare ciò che una società non è riuscita a garantire allo sviluppo del singolo e alla collettività e tutto si riverbera nei rapporti sempre più conflittuali e ostili tra donne e uomini, tra giovani ed anziani.

{{Non è solo questione di lavoro quello che il tema delle pensioni mette a fuoco}}, come sappiamo bene, ma della qualità della vita e delle relazioni umani, prodotti non scambiabili sul mercato ma beni irrinunciabili.

Ora questa manovra è davvero troppo e troppo falso: {{questo di più enorme che le donne hanno dato e danno ogni giorno deve entrare nel conteggio della loro vita lavorativa}} che comunque non colmerà mai la differenza tra le risorse che hanno messo a disposizione, la quantità straordinaria di lavoro e di lavori svolti, e la disposizione con cui l’hanno fatto.
_ E per piacere, non parlateci di uguaglianza!

Quindi cari politici, cari sindacalisti ricordatevi: noi donne non andremo più a votare, non sosterremo più alcun candidato, restituiremo le tessere sindacali, se sosterrete una manovra che fa pagare i conti alle donne, ai giovani e al futuro di questo paese.