E gli uomini? rischio di recidiva degli atti violenti e recupero della responsabilità genitoriali: con questo titolosi è svolto venerdì 3 ottobre scorso un affollato e variegato Convegno organizzato dalle associazioni Il Cortile e Ponte donna.
La nuova legge regionale sul contrasto della violenza contro le donne ( n.4/2014) è stata la prima legge che ha visto una partecipazione dal basso delle Associazioni che lavorano sul campo, oltre ad aver recepito, almeno in parte, i contenuti della Convenzione di Instanbul. Il Convegno ha trattato il punto della legge che apre alla possibilità di interventi rivolti agli uomini autori di violenze contro le donne. Ne hanno parlato i consiglieri regionali Simone Lupi (promotore e primo firmatario della proposta di legge) e Marta Bonafoni (che si è occupata della difficile opera di cucitura delle diverse angolature della legge). Hanno partecipato inoltre, la delegata del Presidente della Regione Lazio, Cecilia D’Elia, la Presidente di Solidea (Provincia di Roma) Maria Grazia Passuello, la Presidente, del I° Municipio del Comune di Roma Sabina Alfonsi, che ha annunciato la prossima apertura di uno sportello per uomini nella Casa della salute del 1° Municipio.

Uomini tendenzialmente criminali o semplicemente uomini in difficoltà? Mostri o insospettabilmente “normali”? tra queste due estremizzazioni, negate in quanto tali da tutte e tutti gli intervenuti, sono emersi i diversi punti di vista. Il P.M. del Tribunale Penale di Roma Eugenio Albamonte ha messo in luce la necessità di misure punitive del reato commesso – carcere, allontanamento dalla casa familiare – con relativa stigmatizzazione sociale, affinché i colpevoli interiorizzino il disvalore della violenza commessa, mentre i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno evidenziato le difficoltà di intervenire in contesti complessi di relazioni familiari; la tavola rotonda è stata coordinata da Carla Centioni (Associazione Ponte Donna) che ha messo in tensione il lavoro nei Centri con la possibilità di lavorare con gli autori di violenza, preferendo comunque un approccio relazionale che eviti lo stigma.

Far riconoscere comunque agli uomini che si tratta di violenza esercitata in nome di un genere maschile dominante – anche se in crisi – è stato l’obiettivo più condiviso; è diffusa tra gli uomini infatti la tendenza a non riconoscere il reato, a autogiustificarsi, a considerarlo una mera reazione a una provocazione da parte di una donna, fino al considerarlo assolutamente normale, in base ai diritti secolari degli uomini e a quelli altrettanto secolari delle donne; un humus, un sottobosco di subcultura che a ben guardare lambisce tutti.

Le esperienze fin qui fatte si sono produttivamente confrontate: dal lavoro svolto da Be free (interventi nel carcere di Regina Coeli con i “sex offenders” e con quelli in esecuzione penale esterna o in scadenza dei termini della custodia cautelare), al Centro di ascolto per uomini maltrattanti (Cam), rete nazionale che relazionandosi agli uomini con rapporti individuali e lavori di gruppo ha però come primo obiettivo la sicurezza delle donne e dei minori conviventi; alle esperienze di Differenza donna, Maschile plurale, Donna e politiche familiari e il Cortile, che gestisce uno Sportello per uomini maltrattanti nato nel 2010. Il confronto è avvenuto sull’impostazione culturale e sulle metodologie di intervento: i programmi di recupero devono necessariamente avvenire in condizioni di allontanamento dall’ambiente familiare e di cessazione quindi della convivenza (avvocata Simona Simeone); viceversa, altri hanno sottolineato la pratica di avvertire e coinvolgere, come fanno i Cam, anche la compagna del maltrattante, avvertendola del trattamento in corso, e questo ha suscitato molti dubbi.

Una sessione del convegno ha riguardato un particolare aspetto legato ai minori e le violenze in famiglia, tematica molto delicata che è stata affrontata dal vice Presidente del Tribunale dei Minori, Roberto Ianniello, dal Garante per l’infanzia della Regione Lazio Francesco Alvaro, dalla Presidente di DIRE Rete donne contro la violenza Titti Carrano, dalla Presidente della Commissione Pari opportunità del I° Municipio, Sara Lilli. Ha coordinato Laura Storti (Associazione Il Cortile) che ha sottolineato la necessità di prevedere percorsi di recupero delle responsabilità genitoriali da parte dei padri, dal momento che le madri nei Centri da sempre lavorano anche su questo ambito.