Sul percorso dei due precedenti lungometraggi, Anna Di Francisca ha scritto e diretto Due uomini, quattro donne e una mucca depressa, un film ironico e surreale, distante dall’agrodolce realismo di molte commedie italiane.

Protagonisti del film sono Edoardo, un compositore in crisi giunto da Roma nella provincia spagnola e lo sgangherato coro della chiesa di quel piccolo universo. Tutti i protagonisti della storia sono “spaesati”: Edoardo è insoddisfatto della vita privata e del lavoro che lo costringe a comporre musiche per fiction religiose bloccando la sua vitalità; Emilio è stato tradito dalla moglie per un’altra donna e si strugge d’amore per una corista ma si sente bloccato e non riesce neanche a baciarla; le quattro coriste sono afflitte dalla mancanza di una dimensione affettiva soddisfacente.

Il resto del coro – chi per un motivo, chi per un altro- è triste come i canti che impone il parroco della Chiesa. Anche la mucca di Emilio sembra vagare per la casa ruminando sulla sua afflizione. La caduta rovinosa del parroco sembrerebbe porre fine a quest’unica distrazione della piccola comunità ma Edoardo accetta di dirigere il coro. In cambio, impone a Emilio – il suo amico- di fare accettare a tutti un cambiamento di rotta: canteranno un repertorio rigorosamente laico.

Il coro nel film diventa simbolo di un “luogo” che guarisce permettendo a ciascuno di trovare o ritrovare la propria voce.  “L’idea del coro mi ha affascinato perché penso che soprattutto chi non fa un lavoro creativo abbia la necessità di trovare da qualche parte un modo per esprimersi e il canto può essere uno di questi” dice Anna Di Francisca.

Anche Edoardo ritrova la voglia di scrivere musica nel rapporto con gli improvvisati coristi grazie, soprattutto, all’onda rigeneratrice di una musica “laica”, libera da costrizioni. “Sorprende anche nella vita di trovare un proprio equilibrio attraverso cose inimmaginabili; è la bellezza dell’esistenza questa, credo”.

Come nei suoi precedenti lavori, Anna Di Francisca è attenta all’universo femminile. “Io mi diverto sempre a descrivere le donne e queste sono donne di un piccolo paese di provincia quindi con le alchimie e le relazioni da microcosmo. Fai fatica a vederle come persone che hanno visitato il mondo; però, credo di descriverle con affetto. Sono persone cui voglio bene nel momento in cui le invento e le descrivo anche con i loro difetti e le loro manie. È come se le abbracciassi quando le racconto”.

Paolo Perna, autore e coach musicale del cast, compone per il film quasi una sceneggiatura musicale: ogni personaggio parla, oltre le parole, attraverso un tema sonoro che lo accompagna lungo tutto il film, intersecandosi ai temi degli altri personaggi fino al finale che accorda tutte le “voci”.

Il risultato finale è un affresco leggero e vitale.

Bravi tutti gli attori: Miki Manojlovic, Maribel Verdù, Eduard Fernàndez, Neri Marcorè, Serena Grandi e altri.

Il film è in programmazione a Roma al cinema Adriano e Apollo 11.

L’intervista completa alla regista è in uscita sulla Rivista Eidos Cinema Psyche e Arti Visive.