Berta Caceres

RIRE –  L’ambientalista honduregna Berta Caceres è stata uccisa nel marzo del 2016 a colpi d’arma da fuoco in casa sua probabilmente da chi non apprezzava il suo impegno civico.  Ad alzare la voce sono state altre due donne coraggiose: l’avvocatessa iraniana Shirin Ebadi, e la yemenita Tawakkol Karman.  “Bisogna andare a fondo- hanno detto stamani- per individuare tutti coloro che hanno tratto vantaggio da questo crimine, senza limitare i processi ai soli esecutori materiali“.

Le due donne hanno organizzato una conferenza stampa proprio nella capitale dell’Honduras, dove sono arrivate venerdì scorso. Come riportano quotidiani internazionali, le due attiviste – laureate entrambe per il loro lavoro a favore dei diritti umani e per il rafforzamento della democrazia in Iran e Yemen – hanno aggiunto: “quando un delitto viene commesso, l’importante è trovare i mandanti e dimostrare che dietro all’omicidio è circolato del denaro”.

Berta Caceres  cercò di difendere dalle attività delle grandi aziende, interessate alle risorse naturali. Apparteneva alla comunità lenca -il gruppo etnico indigeno più numeroso nell’Honduras- aveva co-fondato nel 1994 il Consiglio civico di organizzazioni popolari ed indigene (Copinh), organizzazione dedicata alla difesa dell’ambiente nel paese centroamericano. Nel 2015 aveva ottenuto il Premio Goldman, considerato il più prestigioso al mondo per quanto riguarda la difesa della natura, in riconoscimento della sua lotta a favore dei fiumi e dei corsi d’acqua dell’Honduras.