Troppi non detti in quel decreto firmato dal ministro Minniti. Non è legale sgombrare i rifugiati che hanno dei diritti riconosciuti legalmente.

Gli sgomberi di piazza Indipendenza a Roma, che hanno dato luogo agli scontri della polizia con intere famiglie di rifugiati, non sono un caso isolato ma il primo di una serie di evacuazioni già programmate dai Prefetti.

L’aggressivo comportamento delle forze dell’ordine nei confronti di chi occupa edifici per non vivere sulla strada nasce dalle scelte del ministero dell’Interno guidato da Marco Minniti.

Infatti, questa sollecitudine dei Prefetti deriverebbe da un decreto firmato  dal ministro  Minniti insieme al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che assegna loro nuovi poteri  e stabilisce criteri per ripristinare la legalità.

Ma come sempre la normativa è interpretabile. Così violenza e aggressività hanno  preso la mano a chi invece doveva garantire incolumità e diritti a chi ha avuto il riconoscimento di profugo dalla stesso  Stato che ora sollecita gli sgomberi senza garantire soluzioni alternative.

Così il Viminale ha dovuto ripensare a quel decreto, forse scritto con troppa superficialità, per  ridefinire i poteri dei Prefetti in caso di sgombri dopo la guerriglia di giovedì in piazza Indipendenza a Roma.  Mai più rifugiati buttati fuori da palazzi occupati abusivamente se prima non è stata garantita loro una sistemazione alternativa.  Un mantra  che sembra rimbalzare da una stanza all’altre del Viminale.

La prossima settimana – dice una fonte qualificata del ministero dell’Interno a La Repubblica di oggi – scriveremo nuove linee guida per effettuare gli sgomberi ordinati dai giudici, e le invieremo a tutti i Prefetti d’Italia. Tra le disposizioni ci sarà sicuramente quella di non autorizzarli se prima non è stata concordata una sistemazione dove alloggiare chi ne ha diritto”.

Ricordiamo che nella Capitale, nel giro di pochi mesi si è scesi da quasi 120 palazzi occupati a 93. Altri sgomberi nel frattempo si sono fatti e probabilmente si faranno in tutte le città se il provvedimento sopracitato verrà emanato in ritardo o lasciato a pura dichiarazione di intenti.

Ma perché pensar male?  Non siamo forse un Paese civile?