Riceviamo da Violeta Valenzuela, originaria del Cile, residente a Forlì, presidenta dell’ associazione Wenuykan, Amicizia col popolo Mapuche con sede a Como, un appello da sottoscrivere a difesa dei diritti umani del popolo mapuche. Il mapuche è un popolo indigeno della Patagonia sia cilena che argentina.

Attraverso la rete internet e qualche associazione cilena e italiana solidale si è a conoscenza della drammatica situazione che stanno vivendo le donne mapuche, bambini, intere famiglie e i prigionieri politici della loro comunità, repressione, razzismo, gruppi paramilitari, povertà e ingiustizia fanno la vita per loro drammatica. Le loro comunità sono militarizzate, in stato d’assedio. Si sta cercando che le Commissioni dei Diritti Umani dell’ ONU possano visitare questa zona del Sud America.

L’appello è stato pubblicato nel sito di una delle sottoscriventi. www.annalisamelandri.it accompagnato dalla nota informativa {Quale festa per le donne e le mamme del popolo mapuche?} della stessa Annalisa Melandri (del 08/03/2008) con immagini che testimoniano della situazione drammatica che avviene nel Cile di oggi, un paese “democratico” che convive con un’eredità legislativa della dittatura Pinochet, dove a governare è una donna e dove i media tendono a ignorare questa realtà.

{{ Appello

S.E. Presidente del Cile,
Sigra. Michelle Bachelet
presso
l’Ambasciatore del Cile in Italia,
Sr. Gabriel Valdés S.}}

Mi rivolgo a Lei per la grave e ingiusta situazione dei prigionieri
politici mapuche, in particolare delle donne, detenute nelle carceri del sud
del Cile.

Sappiamo dalle immagini, dalle notizie e dalle inchieste di Organismi
internazionali quali la Commissione Interamericana dei Diritti Umani,
Human Rights Watch, il Relatore Speciale sulle libertà fondamentali e i
diritti degli indigeni, Rodolfo Stavenhagen, il Comitato Diritti Economici
e Sociali (DESC) dell’ONU, Amnesty International, la Federazione
Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e il Comitato dei Diritti Umani
dell’ONU, che queste persone sono vittime di violenze da parte della polizia,
di processi irregolari e subiscono violazioni dei diritti umani.

Mi appello al suo senso di giustizia e di umanità affinché, in
consonanza con le raccomandazioni degli Organismi internazionali sopra
citati, molte delle quali sono vincolanti per lo Stato cileno, intervenga per la
scarcerazione dei prigionieri politici mapuche, iniziando dai più deboli: donne
e malati e provveda alla revisione degli illegali processi che li hanno
condannati.

Con rispetto.

{Si suggeriscce l’invìo di una semplice lettera via posta all’ Ambasciatore del Cile in Roma; si prega inoltre di inviare comunicazione dell’avvenuta sottoscrizione a: violeta.serena@fastwebnet.it o wenuykan@gmail.com, per potere monitorare le adesioni.}