Si è messo fine al ripugnante dilemma maschile, rappresentato in uno spot, tra donna-capuccino vs donna-cioccolata. L’Associazione culturale di Milano ottiene il ritiro della pubblicità Bialetti Cioccolata&Cappuccino, perché lesiva del genere femminile.Con una lettera dettagliata, in cui si elencano in maniera estesa gli articoli del [Codice di Autodisciplina Pubblicitaria->http://www.iap.it/it/codice.htm], violati dalla pubblicità in questione, Donatella Martini, presidente di [Donne in Quota->www.donneinquota.org], scrive alla nota industria di elettrodomestici Bialetti, all’agenzia pubblicitaria incriminata, alla Ministra per le Pari Opportunità, all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, alla Commissione Europea per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere e ad altr@ destinatar@. La richiesta della sua lettera è il ritiro immediato della pubblicità della Bialetti da tutte le reti televisive, poiché {{altamente offensiva dell’identità femminile}} e incentrata sul concetto di donna oggetto.

Un ragazzo appena sveglio, con alle spalle una fantastica donna bionda sul suo letto, sta per andare a farsi un cappuccino con la sua macchina Bialetti, ma, a un tratto, si ferma a pensare se invece non sarebbe meglio una bella cioccolata. A quel punto, come per magia, il letto girevole scaraventa via l’avvenente ragazza e dal cielo piove all’improvviso una donna di colore, che sta a incarnare la cioccolata. Il ragazzo, {{non completamente appagato da un’unica donna}} ovvero dalla sola cioccolata, ci ripensa e decide che anche un buon cappuccino non sarebbe poi male. Così, la splendida bionda ripiomba sul letto e le due donne si ritrovano insieme a stringersi la mano per soddisfare con piacere i desideri maschili.

Che le donne in questa pubblicità vengano ridicolizzate e degradate, {{rinchiuse in ruoli prestabiliti e umilianti}}, non è solamente palese a qualsiasi persona di buon senso, ma è stato ufficialmente riconosciuto e affermato dagli Enti e le Istituzioni a cui Donne In Quota si è rivolta, che hanno finalmente indetto il ritiro dello {spot}.

E’ stato possibile oscurare una pubblicità deplorevole, lesiva della dignità della donna e portatrice di stereotipi di genere. Si è inoltre comunicata la necessità di contrastare messaggi in cui si perpetuano paragoni come quello tra la donna e un prodotto alimentare, dove si ironizza, in maniera non solo superficiale ma anche dannosa, sul maltrattamento fisico della donna e {{si ribadisce la superiorità di potere decisionale dell’uomo}}.

Richiedendo e ottenendo il ritiro della pubblicità da tutti i media si è lanciato un chiaro segnale di contrasto verso qualsiasi forma di riproduzione di immagini stereotipate e di messaggi di offesa e violenza sul corpo femminile. Si è dimostrata {{l’importanza di non rimanere silenti}} davanti al proliferarante tentativo di riduzione della donna a oggetto sessuale.