Lo scorso 22 gennaio sono stati approvati la delega al governo in materia di federalismo fiscale e l’Accordo quadro che riforma gli assetti contrattuali. Ne abbiamo parlato con Morena Piccinini Segretaria confederale responsabile del dipartimento Welfare e Nuovi diritti della Cgil.Il 22 gennaio 2009 è stato approvato dal Senato della Repubblica la [Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione->http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/32541.htm] , per cui il Governo sarà delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per ”assicurare, attraverso la definizione dei principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario e la definizione della perequazione, l’autonomia finanziaria di comuni, province e città metropolitane e regioni ([art 119 della Cost->http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131413/articolo.htm].)”.

Nello stesso giorno dal Governo è stato varato l’[Accordo quadro riforma assetti contrattuali->http://www.cgil.it/nuovoportale/Documenti/20090121/AccordoQuadroRiformaAssettiContrattuali20090122.pdf] secondo il quale ”Il governo e le parti sociali firmatarie del presente accordo, con l’obiettivo dello sviluppo economico e della crescita occupazionale … convengono di realizzare – con carattere sperimentale e per la durata di quattro anni- un accordo sulle regole e le procedure della negoziazione e della gestione della contrattazione collettiva, in sostituzione della vigente”(la CGIL non ha firmato).

Attualmente il dibattito sui due provvedimenti è ancora molto acceso e Fiom, Fp-Cgil stanno organizzando [uno sciopero per il 13 febbraio->3412] contro le scelte del Governo.

Abbiamo parlato con Morena Piccinini di questi due provvedimenti da una prospettiva determinante: Donne e Welfare.

{{Contemporaneamente sono stati approvati due provvedimenti il Disegno di legge in materia di federalismo fiscale e la Riforma del modello contrattuale definiti storici sia dai favorevoli che dai contrari, potresti riassumere per il nostro giornale i motivi del presunto o reale valore storico di questi?}}

Semplicemente perché entrambi si pongono l’obiettivo, anche attraverso il federalismo fiscale così come è impostato, di{{ scardinare profondamente l’impianto fondamentale del nostro diritto del lavoro}}, di cittadinanza.
_ Percepisco un attacco, una modifica profonda della Costituzione reale.
_ I due provvedimenti infatti sono perfettamente integrati, cioè complementari l’uno all’altro, naturalmente sapendo che quello sulla contrattazione è stato già definito con precisione, anche nei dettagli quindi la sua negatività è del tutto esplicita, mentre quello sul federalismo essendo una delega al Governo per dare attuazione all’[art. 119->http://www.senato.it/istituzione/29375/131336/131407/131413/articolo.htm] della Costituzione ha ancora un impianto legislativo abbastanza vago, tutto sommato c’è ancora uno spazio per potere evitare, nei decreti attuativi, la sua forma estrema, più negativa.

{{Ti conosciamo sempre attenta a tutto quanto riguarda le donne, in particolare nella prospettiva del tuo impegno nel settore salute e novi diritti Puoi informarci circa l’impatto che i nuovi provvedimenti potrebbero avere sul lavoro delle donne e sulle fasce interessate ai nuovi diritti?}}

Si Parliamo soprattutto del modello contrattuale ma faccio riferimento anche al federalismo. {{Partiamo dal modello contrattuale e dalla sua ricaduta al femminile}}: il fatto che si sposi un’idea di contrattazione di secondo livello legata esclusivamente al vantaggio fiscale che cosa dice? Non solo che si riduce la possibilità del contratto nazionale di recuperare il potere d’acquisto, e questo vale per tutti, ma sopratutto dice che la contrattazione di secondo livello viene enfatizzata solo per quanto attiene alla parte economica, allo sgravio fiscale legato alla produttività, passa in secondo piano tutta quella parte della contrattazione sui diritti, la flessibilità positiva, la conciliazione dei tempi.
_ E’ chiaro che tutto ciò è un costo immediato per l’impresa ma non lo è nel complesso, alla fine, poiché è remunerato attraverso una maggiore efficienza. Ora la contrattazione di secondo livello non rientra più in questo schema poiché prevede lo sgravio fiscale consecutivo solo a redditività /produttività.
_ Quindi {{rende molto più difficile una contrattazione di qualità}} su aspetti che alcuni considerano secondari ma che le donne considerano primari: i tempi,la flessibilità, l’orario. Ciò è visto dall’impresa come un costo.
_ {{Quindi è un modello contrattuale profondamente maschilista}}, non dà valore ad una contrattazione di qualità che è quella che maggiormente vorrebbero ottenere le donne.
_ E’ previsto un {{criterio peggiorativo, sempre per quanto riguarda il secondo livello di contrattazione}}, poiché il Contratto collettivo nazionale di lavoro diventa strumento per definire i confini della contrattazione aziendale affermando il principio della derogabilità in sedi aziendali o territoriali dei diritti e delle condizioni minime stabilite nei contratti nazionali.
_ Gli aumenti retributivi possono essere soltanto variabili, legati alla redditività e alla produttività di ogni singola impresa. (vedi Art 9 [[le parti confermano la necessità che vengano incre mentate, rese strutturali, certe e facilmente accessibili
tutte le misure volte ad incentivare, in termini di riduzione
di tasse e contributi, la contrattazione di secondo
livello che collega incentivi economici al raggiungimento
di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza,
efficacia ed altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento
della competitività nonché ai risultati legati
all’andamento economico delle imprese, concordati fra
le parti]]/Art16 [[”.. per consentire il raggiungimento di specifiche intese
per governare, direttamente nel territorio o in azienda,
situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo economico
ed occupazionale, le specifiche intese potranno definire
apposite procedure, modalità e condizioni per modificare,
in tutto o in parte, anche in via sperimentale e
temporanea, singoli istituti economici o normativi dei
contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria]]).
_ E’ facilmente prevedibile il fatto che saranno portati a chiedere questa derogabilità interna soprattutto i lavoratori più fragili, a prevalente occupazione femminile. Si innesca così un meccanismo delicato per chi deve mantenere il posto di lavoro, poiché viene a saltare in questo modo il fatto che il contratto nazionale era sostanzialmente un elemento di salvaguardia soprattutto per le figure più deboli del mercato del lavoro e quindi soprattutto per le donne.
_ {{Ammettere la derogabilità espone molto più la donna che i soggetti forti del mercato del lavoro}}.
_ C’è un impianto maschilista che tornerà a difendere i settori forti, che avranno più capacità contrattuali: gli {{uomini piuttosto che le donne}}, potrei aggiungere gli{{ italiani piuttosto che gli immigrati}}, i cosiddetti “i normali” in quanto ad orientamento sessuale rispetto a chi ha un orientamento sessuale diverso

{{Premesso che ormai il nuovo modello contrattuale è rigorosamente definito, mentre il disegno di legge delega sul federalismo può ancora ammettere un confronto democratico prima di essere definito, puoi accennare ai rischi più gravi che si profilano circa i diritti ormai ritenuti acquisiti, per difendere i quali è ancora possibile una mobilitazione?}}

Basta accennare alla Sanità. Già il fatto che circa la sanità si cominci a pensare ad un modello di federalismo che consenta di risparmiar miliardi per le cure, si rischia molto, tutti, ma il tetto alle prestazioni é una mazzata soprattutto per ciò che si chiama prevenzione, che si chiama appropriatezza degli interventi atti a salvaguardare la salute riproduttiva, l’attività dei consultori…. Le donne saranno da questo punto di vista quelle che pagheranno di più.
_ Aggiungo inoltre che bisogna chiedersi di che cosa sono figlie quelle ordinanze che troviamo in giro per l’Italia, simili a quella del[ Comune di Brescia->http://www.gennarocarotenuto.it/5823-vince-la-cgil-il-bonus-bebe-dato-solo-agli-italiani-discriminatorio/] che, abbiamo contrastato come Cgil e per la quale abbiamo vinto anche la causa.
_ Quell’ordinanza diceva che il bonus di sostegno alle famiglie spetta soltanto alle famiglie di italiani perché devono essere sostenute altrimenti non fanno figli, non a quelle di immigrati che ne fanno comunque molti… come questa ordinanza ne abbiamo tante altre in giro e sono figlie di un possibile federalismo molto discutibile.