Riproponiamo il documento della Red Internacional de Periodistas con Visión de Género sul peso che il mancato accesso all’acqua ha, soprattutto, per le donne scritto in occasione dell’esposizione internazionale interamente dedicata al tema dell’acqua come elemento imprescindibile per la vita che si è tenuta dal 14 giugno al 14 settembre a Zaragoza, in Spagna.A proposito della celebrazione dell’Expo Zaragoza 2008 che si terrà il prossimo mese di giugno, dedicata all’acqua, la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género manifesta la sua preoccupazione e lancia un appello per richiamare l’attenzione sulla {{scarsa adozione di un punto di vista di genere}} per quanto riguarda l’impatto che produce sulla qualità della vita e sullo sviluppo delle donne l’impossibilità, per quest’ultime, di accedere in condizioni degne all’acqua che è un diritto umano.

{{La scarsa visibilità dei diversi ruoli delle donne nei media}}, e in particolare per quanto riguarda l’uso dell’acqua, è conseguenza dell’assenza dalle politiche pubbliche con un asse di genere rispetto a questo tema. Per questa ragione la Rete internazionale crede urgente {{superare le pratiche giornalistiche sessiste che impediscono di informare sulla partecipazione e sui contributi delle donne}}, sia per quanto riguarda la situazione che per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua.

L’acqua è un diritto umano fondamentale e inalienabile.
_ Diversi organismi internazionali di donne, impegnati sul fronte dei diritti umani, mettono in guardia sull'{{impatto che la privatizzazione dell’acqua può avere sulla popolazione femminile}}.

La povertà estrema nel mondo diventa ancora più acuta quando c’è crisi di questo bene, tanto che alcuni vaticinano che la prossima guerrà sarà proprio per l’acqua, nel frattempo bisogna dire che dei {{1.2 miliardi di persone che non hanno accesso all’acqua più della metà sono donne e bambine}}, a questo vanno aggiunte le condizioni inumane per accedervi, soprattutto nei paesi sottosviluppati.

La Rete internazionale si pronuncia {{contro la privatizzazione di questo bene}}, che non può essere considerato mera mercanzia, allo stesso modo che l’informazione che è un bene sociale e che deve essere rivendicata come un diritto umano.
_ In questo caso {{non può essere taciuto il modo con cui i giornali trattano le strategie di sopravvivenza quotidiana}} che portano donne e bambine di molti paesi del mondo a camminare più di 10 Km e a portare tra I 15 e I 20 litri di acqua per viaggio, secondo le ricerche fatte da organizzazioni internazionali di donne.

I mezzi di comunicazione, giornalisti e giornaliste, comunicatori/trici devono assumere un {{impegno etico professionale a dare visibilità a queste realtà nel mondo}}.

Le donne sono legate all’acqua perché sono loro che si incaricano di crescere I bambini e le bambine, delle faccende domestiche, dell’economia familiare e di tutte quelle occupazioni che necessitano di questo prezioso bene.
_ Per questa ragione quando l’acqua diventa inaccessibile per la distanza o per la cattiva qualità, la qualità delle vita delle donne subisce un drastico calo, impedendo il loro sviluppo.

La Red Internacional de Periodistas con Visión de Género lancia un appello ai più di cento Paesi che assisteranno alla Expo di Zaragoza affinché rivedano ed {{elaborino politiche attive che capovolgano le condizioni di diseguaglianza che subiscono le donne più povere}} del mondo e{{ ai mezzi di comunicazione }}chiedono di promuovere un giornalismo con uno sguardo libero dal sessismo e sensibile alla {{valorizzazione del ruolo delle donne nel maneggio dell’acqua}}

– Nell’immagine “Desertificazione” di [Cosetta Mastragostino->http://www.cosettamastragostino.com]