Le  protagoniste della psicoanalisi del XX secolo attraverso quattordici ritratti di pioniere che hanno aperto la strada a una riflessione sull’anima al femminile, che gettano nuova luce sull’inconscio, la sessualità e l’infanzia. Il libro di Mons è stato tradotto da Monica Miniati e pubblicato dalle edizioni Viella.

Vi sono le «combattenti» – Emma Eckstein, prima donna psicoanalista e Margarethe Hilferding, dottore in medicina, la prima a essere ammessa nella ristretta cerchia della Società psicoanalitica di Vienna – che hanno dovuto trovare un terreno di apprendistato della psicoanalisi. Vi sono quelle vissute all’«ombra del maestro» che non sono comunque da meno: in apparenza figure di secondo piano, Emma Jung e Anna Freud sono le donne “a fianco”, indispensabili all’uomo che hanno accompagnato, padre o marito che fosse.

Era poi necessario trovare chi potesse difendere lìinfanzia e alla sbarra si sono presentate in quattro: Hermine von Hug-Hellmuth, Melanie Klein, Sophie Morgenstern e Françoise Dolto.

Vi sono poi «Conquistatrici» come Eugénie Sokolnicka, Marie Bonaparte e Helene Deutsch, tutte meritano in pari misura di essere conosciute.

Come non rendere omaggio alle «Egerie russe» – Lou Andreas-Salomé, Sabina Spielrein, Tatiana Rosenthal – il cui fascino non ci fa dimenticare che il loro destino si è compiuto al prezzo di ripetute rotture con la propria patria e che i loro scritti hanno spinto con forza le donne sulla strada del progresso?  Le pioniere avvieranno un dialogo con i loro colleghi maschi e affronteranno alla luce dell’inconscio le questioni universali della vita. Sosterranno le tesi freudiane per compierne a poco a poco una riformulazione concettuale necessaria alla modernità del XX secolo.

Nessuna battaglia attuale sarebbe potuta esistere senza l’audacia di quelle prime psicoanaliste: pazienti in analisi, furono allieve critiche fino ad affermare la propria autonomia di pensiero. Furono oggetto di controversia, per il loro modo di vivere come Lou Andreas-Salomé, per l’offensiva scatenata dal loro pensiero come nel caso di Melanie Klein e Françoise Dolto, per l’ingenuità dei loro sentimenti come Sabina Spielrein, infine per il loro tragico destino come Sophie Morgenstern; ciononostante hanno proseguito sulla propria strada lottando contro lo scetticismo di una società rigida che non accettava la loro libertà di donne né le loro aspirazioni intellettuali volte alla difesa della causa delle minoranze.

Il loro percorso di donne e l’acutezza del loro sguardo clinico ci sollecitano ad attraversare un secolo che ci è vicino poiché le tematiche conflittuali relative al genere, alla cultura e alla sensibilità ci pongono ancora interrogativi sull’anima di domani.

Quattordici personalità uniche, che gettano nuova luce sull’inconscio, la donna, la sessualità e l’infanzia, senza le quali le donne di oggi non avrebbero guadagnato il diritto di pensare altrimenti.