Su proposta di alcune socie, l’Associazione Orlando si fa promotrice della richiesta di ritiro di una pubblicità violenta e sessista di Dolce e Gabbana. Chi, singola e/o associazione, volesse aderire all’iniziativa, può inviare una mail, segnalando nome e cognome a: redazione@women.it.

Il 19 Febbraio scorso in Spagna l’Instituto de la Mujer, un ente che è parte del Ministero del Lavoro del governo spagnolo, insieme a varie associazioni femministe e gruppi dei consumatori spagnoli, ha chiesto, con una lettera aperta di protesta all’azienda di moda Dolce e Gabbana, il ritiro di una pubblicità dei loro prodotti rappresentante una {{scena di stupro di gruppo (o più esattamente, pre-stupro di gruppo): un giovane maschio chino su una ragazza, che lui tiene bloccata a terra per i polsi, mentre altri quattro giovani maschi stanno attorno guardando impassibili la scena.}}

L’Osservatorio dell’Immagine dell’Instituto de la Mujer, che si occupa di monitorare la rappresentazione della donna nei media, ha dichiarato che questa pubblicità incita alla violenza contro le donne, perché “se ne può dedurre che è ammissibile l’uso della forza come modo di imporsi alle donne” e che questo tipo di immagine “rafforza atteggiamenti che al giorno d’oggi sono un crimine, attentano contro i diritti delle donne e ne denigrano l’immagine”. L’Istituto ha chiesto a tutti i mezzi di comunicazione, stampa, televisione, ecc. di non prestarsi alla diffusione di questa immagine. L’associazione dei consumatori Facua e il partito dei Verdi spagnoli si sono associati all’appello dichiarando che l’annuncio viola l’articolo 3 della legge spagnola sulla pubblicità, che proibisce ogni annuncio che “attenti contro la dignità della persona”.

Il 23 Febbraio Dolce e Gabbana in persona hanno dichiarato che avrebbe ritirato la pubblicità dalla Spagna, ma solo dalla Spagna in quanto si tratta di un paese “arretrato”, e che l’avrebbero mantenuta in tutti gli altri paesi del mondo dove smerciano i loro prodotti.

Noi donne dell’Associazione Orlando troviamo intollerabile non solo l’immagine, che ci sembra senza ombra di dubbio incitamento alla violenza contro le donne, ma anche l’arroganza dei due signori della moda che pensano di diffonderla in tutto il mondo — un mondo dove la violenza contro le donne è una piaga dilagante sempre più grave. Pensiamo che, lungi dall’essere “arretrata”, la società spagnola ha dato prova in questo caso di un livello di civiltà di cui vorremmo che anche il nostro paese si dimostrasse capace. Pensiamo che questa pubblicità sia inadatta a ogni paese civile, a ogni paese che riconosce i diritti umani delle donne, fra cui quello di non subire violenza, inclusa la violenza simbolica, come in questo caso.

Chiediamo a tutte le associazioni femministe e delle donne italiane, in primo luogo le reti delle donne per non subire violenza (inclusi gli uomini che non si riconoscono in una cultura di sopraffazione e violenza), le donne attive nel campo della moda, del giornalismo, dei media, che possono avere un impatto immediato su questa vicenda, le donne attive in tutti i campi, nella scuola e nell’università, negli ospedali e nelle aule dei tribunali, dove vedono quotidianamente il costo che questa cultura della violenza ha sulle bambine, sulle ragazze e sulle donne, di sostenere iniziative di protesta e di denuncia contro Dolce e Gabbana per questa pubblicità e di associarsi al nostro appello perché la ritirino immediatamente anche in Italia, e ovunque. Lo stesso chiediamo a tutte le nostre rappresentanti e i nostri rappresentanti in parlamento e, per dovere istituzionale, al Ministero delle Pari Opportunità, di cui è compito tutelare che non vengano violate le condizioni per cui donne e uomini possano convivere civilmente in una società civile, con “pari opportunità” di non subire violenza.

{{Per aderire}}, basta inviare una mail, segnalando nome e cognome, a: redazione@women.it.
{{
Hanno aderito all’iniziativa}}:
Tavola delle donne contro la Violenza