Najat Vallaud-Belkacem, ministra per i diritti delle donne, sta proponendo ai membri del governo francese di frequentare un “atelier di sensibilizzazione” per risvegliare le coscienze sull’ampiezza delle disuguaglianze ancora esistenti fra donne e uomini. 16 ministri/e hanno già fatto questa esperienza. Ora si attende la partecipazione di altri membri del governo.“Egalité”, giornale on line francese, in un [articolo->http://www.egalite-infos.fr/2012/10/29/comment-les-ministres-sont-sensibilises-aux-inegalites-entre-femmes-et-hommes/] a firma di {{Giulietta Gamberini }} riferisce su questa esperienza francese, ideata dalla ministra per i diritti delle donne a partire da una analoga esperienza svedese. L’iniziativa, presentata in una conferenza stampa di risposta ad interrogativi anche polemici, si colloca all’interno di un percorso governativo complessivo iniziato in settembre con una Conferenza sull’eguaglianza, nei prossimi mesi seguiranno i lavori di un Comitato interministeriale cui spettano momenti decisionali.

Ogni seduta dell’atelier è animata da {{Caroline de Haas}}, consigliera in carica per le politiche femministe e due membri dell’Association nazionale des directuers des ressources humaines (Andrh); i ministri e le ministre partecipano individualmente o accompagnati da membri del ministero o dell’amministrazione centrale.

A ministri/e vengono innanzitutto proposti dati più o meno conosciuti ma indispensabili per combattere « l’illusione dell’eguaglianza » raggiunta e per ricordare che ostacoli e pregiudizi costituiscono “un fatto sociale e politico” che non può essere trascurato.Seguono proiezioni di immagini significative come esempi concreti della riproduzioni di stereotipi nel quotidiano; articoli o stralci di trasmissioni dall’universo mediatico in cui le donne sono o dimenticate o descritte in quanto donne piuttosto che in ragione delle loro competenze.

C’è sicuramente la consapevolezza che qualche ministro/a si chieda se valga la pena togliere « qualche minuto » all’agenda ministeriale per lanciare sguardi sconsolati sulla situazione attuale dell’emancipazione femminile ma l’iniziativa di Najat Vallaud-Belkacem parte dalla consapevolezza che lo Stato può fare molto, che s’impongono degli sforzi per combattere l’inerzia del sistema, altrimenti le ineguaglianze si rafforzano. Principale obiettivo è dunque quello della rottura del soffitto di cristallo nella funzione pubblica: si suggerisono alcune azioni per intervenire su ostacoli giuridici e culturali.

Ministri/e sono invitati ad impegnarsi in {{azioni esemplari }} sul piano della parità: attraverso il linguaggio usato nelle comunicazioni dei loro ministeri; nella composizione delle èquipes di lavoro; nelle iniziative che da loro dipendono; nelle loro direttive.Indicazioni vengono date perché tutti gli strumenti a disposizione dello Stato devono essere utilizzati in pieno: ad esempio studi d’impatto delle riforme; dati statistici sessuati; analisi di genere dei bilanci; comunicazione che decostruisca gli stereotipi. Non mancano indicazioni perché nella formazione dei quadri dirigenziali si ponga attenzione a creare un contesto favorevole alla conciliazione fra vita professionale e personale. D’altro canto, per la ministra bisogna stare attenti/e a non essere controproducenti forzando troppo la carta della discriminazione positiva.

Secondo Najat Vallaud-Belkacem, gli ateliers finora condotti hanno sicuramente favorito scambi fra ministri/e, soprattutto sul piano delle pratiche da mettere in campo, ed effetti positivi si sarebbero riscontrati già a livello di Consiglio dei ministri.

Al di là della validità o meno dell’iniziativa, difficile da valutare senza ulteriori pezze d’appoggio, appare evidente che si vogliono dare {{segnali di risposta}} a quelle che sono state le richieste dei movimenti delle donne e le conseguenti le promesse nella campagna elettorale di Hollande. E se anche in Italia si cominciasse a chiedere una sorta di scuola per la parità a chi si presenta candidato/a per le elezioni? E a richiedere che nelle piattaforme politiche fosse inserito come prioritario{{ il bilancio di genere}}? Finora le esperienze italiane si sono limitate a qualche ente locale, ma già nella precedente legislatura si era cominciato a porre il problema di dare indicazioni legislative sulla generalizzazione dello strumento a livello nazionale.