mar1L’ascensore mi porta al quarto piano. Il  quartiere umbertino ha le strade perpendicolari che portano a piazza San Giovanni in Laterano. Più che una piazza un campo spesso arato da manifestazioni o concerti. Contrasti, armonie spezzate. Architetture a confronto.

Rosanna Marcodoppido mi sta aspettando. Entro, come al solito mi guardo attorno per vedere se alle pareti è appeso qualche suo nuovo lavoro. Ora  utilizza anche l’incisione per narrare di sé.

Da anni ci facciamo gli auguri, compro il calendario dell’Udi e chiacchieriamo un po’. Si parte quasi sempre spendendo due parole sulla politica.  Grande è la difficoltà che si incontra nel volerla arricchire di creatività.  Materia viva,  spesso refrattaria al nostro agire. Un luogo dove le parole spesso rimbalzano,  tornando deformate, ci colpiscono.

La Poesia e l’Arte – forse – hanno più forza delle parole.  Parole e segni poetici entrano in profondità,  plasmano le nostre esistenze. Questo Rosanna lo sa bene. Non ha mai smesso di parlare più linguaggi, non ha mai smesso di essere creativa. Ha utilizzato arte e poesia anche nelle relazioni politiche. Forse un parlare a chi non ha orecchi. Spiazzamenti creativi che  hanno dovuto fare i conti con incomprensioni. Con altrui paure. Non è facile riconoscere chi ha la forza di nominare situazioni con altri linguaggi,  chi disvela ombre e luci non da tutt* riconoscibili.

Salutandomi Rosanna mi regala l’ultimo suo libro di poesie scelte tra quelle scritte negli ultimi venti anni “Dentro altri giorni” appena pubblicato da Rupe Mutevole e introdotto da Francesca Bernardini Napoletano.  In  copertina una suo lavoro del 2011: Lacerazioni.

Non è facile infatti tenere assieme politica, arte e poesia. Ma, la difficoltà più grande, forse, è non soffrire nel gioco  – lacerante – delle relazioni personali/politiche.

Chi e cosa  può placare la sofferenza del vuoto che divora? Come colmare quel solco buio scavato  dal  non ascolto?

Marcodoppido risponde a queste domande con i suoi versi …a pagina 87 scrive

Attraverso ogni giorno confini

staccionate abbatto quando cala la notte

il bianco e il nero

non differiscono dal rosso

dall’azzurro profondo o dal giallo

 

Inservibile ogni passaporto

 

Sempre io frantumata in più punti

nemico e amico sparsi alla rinfusa

alla rinfusa confusi

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Un libro dedicato alle nipoti Martina, Francesca e Maia