Ricevo dall’amica {{Cecilia Valentino}}, l’autrice, il bel libro “{Delitti Incrociati}”, Mephite editore, settembre 2012. Mi colpiscono piacevolmente il formato e la bella riproduzione in copertina del dipinto di Vittorio Corcos: una donna pensosa e assorta che comunica forza e raffinata intelligenza. Mi emoziona la dedica di Cecilia a Bruno Ucci , amico , compagno intellettuale appassionato, a venti anni dalla morte. Come sempre, colta e totalmente interessante la prefazione di {{Fiorenza Taricone}}

La lettura del volume è coinvolgente non solo dal punto di vista narrativo:{{ il duplice omicidio è inquadrato nel contesto storico e politico degli anni venti.}}

A Montella, piccolo paese dell’Irpinia, la giovane maestra Gina Ceccacci viene uccisa in un mattino piovigginoso, martedì 9 novembre 1920, mentre si reca a scuola. E’ vivace, socievole, laboriosa e studiosa, di modestissima famiglia, vive del suo modesto stipendio, ha studiato per ottenere un lavoro che la liberi dalla povertà, dall’indigenza e soprattutto dall’ignoranza.. .

Ad impugnare la rivoltella e a sparare è un giovane di 16 anni, presumibilmente ad armare la mano del figlio è stata la madre, moglie di un avvocato di dubbia moralità che aveva sedotto la povera maestrina. Compiuto il delitto madre e figlio sono latitanti, protetti dall’omertà della gente.

{{Cecilia Valentino}} effettua così una minuziosa ricerca di atti, processi, archivi per mettere in luce e inquadrare una vicenda non solo dal punto di vista giudiziario, ma lo inserisce mirabilmente {{in un contesto sociale fatto di soprusi, comportamenti umilianti da parte di uomini notabili del paese, chiacchiere, omertà, tradimenti}}. Lo inquadra in un periodo storico in cui l’analfabetismo è un fenomeno grave e diffuso, la condizione degli insegnanti ancora in dipendenza da sindaci e notabili del paese

L’altro delitto è quello del socialista, pubblicista,{{ Ferdinando Cianciulli}}, ucciso sempre a Montella due anni dopo da un killer in un contesto di chiara connotazione politica, ucciso per aver cercato la verità, per aver difeso coraggiosamente nelle pagine del suo giornale Il Grido “il ricordo e il nome della giovane maestra Gina Ceccacci ed averne fatto{{ il simbolo della lotta degli oppressi}} tra i monti dell’Irpinia in anni di incipiente fascismo e di continue aggressioni contro gli antifascisti.”
Veramente interessanti le pagine in cui si presenta la formazione del giornalista Ferdinando Cianciulli nel clima politico socialista dell’avellinese, il suo antimilitarismo contro l’interventismo imperante, le aggressioni subite già dieci anni prima del suo omicidio.

Infine, a conclusione del contesto politico, ecco le belle pagine che presentano la compagna del Cianciulli, {{Giovannina Morrone}}, la donna che condivideva con lui la militanza, le idee politiche; anche lei, come Gina, insegnante, sola e lontana da casa, anche lei come tante altre donne lavoratrici in quegli anni era tutta presa dalla volontà di essere {{emancipata e indipendente.}} Si innamorò di Ferdinando “perché scoprì in lui quegli ideali nei quali anche lei credeva: una nuova morale nel rapporto tra i sessi”.
Morì il 24 maggio 1939, diciassette anni dopo che Ferdinando Cianciulli fu ucciso a fucilate.

{ndr. Cecilia Valentino ha vinto nel 2006 ul premio redazione de “il paese delle donne” con “Le Mancini. Una genealogia al femminile”. }

{immagine:} “Sogni” di Vittorio Corcos (1986)