“Il giorno del parto era in buona salute, aveva lavorato senza problemi…In serata, quando sono iniziate le doglie, è andata a casa di sua madre, che più tardi è venuta ad avvisarmi che Safiatou non stava bene, così abbiamo deciso di portarla in clinica. Io non ho una motocicletta e sono andato a cercarne una. Questo ci ha fatto perdere tempo”. Safiatou, donna del Burkina Faso, è morta poche ore dopo aver dato alla luce il suo bambino.
Nel Burkina Faso alcune donne muoiono perché non possono raggiungere le strutture mediche in grado di curarle o perché vi arrivano troppo tardi. Molte perdono la vita perché non possono pagare le parcelle del personale medico. _ Altre muoiono a causa delle carenze di sangue, farmaci, attrezzature o personale medico qualificato. La maggior parte di queste morti può essere evitata.

Diversi sono i motivi per i quali una donna in Burkina Faso non riceve le cure per la salute materna di cui necessita. Tra questi, il basso stato sociale delle donne che indebolisce il loro diritto a decidere se e quando avere figli, e quanti; la mancanza di informazioni sui diritti sessuali e a salute riproduttiva; le barriere sociali ed economiche, in particolare il costo delle cure mediche; le barriere geografiche che impediscono l’accesso alle strutture sanitarie; la carenza di attrezzature mediche e di personale qualificato.

In questi anni, il governo del Burkina Faso, con l’aiuto dei donatori internazionali, ha fatto progressi nella riduzione del livello della mortalità materna, tuttavia le gravidanze di molte donne, soprattutto di quelle povere e che vivono nelle aree rurali, finiscono troppo spesso in tragedia.

Amnesty International chiede al governo del Burkina Faso di rendere gratuite le cure per la salute materna, di migliorarne la qualità aumentando le attrezzature e il personale, formando quest’ultimo e mettendo in atto un sistema che accerti la responsabilità per contrastare le carenze interne del sistema sanitario, l’insufficienza di scorte e i comportamenti sbagliati del personale medico.

– [Firma l’appello->http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/153]

– [Approfondimenti->http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/D.b01011f573860d30bf11/P/BLOB%3AID%3D3019]

* {immagine tratta da unicef.it}