Stop ai messaggi violenti e lesivi della dignità della donna. L’UDI di Modena –
Unione Donne in Italia di Modena critica la campagna pubblicitaria che reclamizza a Modena il mobilificio Bassano Outlet di Castellarano (RE) e veicola un messaggio violento e lesivo della incolumità e della dignità della donna.Il mobilificio con i suoi manifesti e gli spot (un uomo armato di accetta che
insegue minaccioso una donna, la cantante Fiordaliso, braccandola come una preda e
con l’intento di aggredirla) veicola in modo esplicito un messaggio che contrasta il
lavoro svolto da associazioni, centri antiviolenza, organismi istituzionali e
società civile per la lotta alla dilagante violenza sulle donne e si pone in
contrasto anche con la recente risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre
2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini.

L’UDI – Unione Donne in Italia di Modena invita a condannare e a rimuovere lo spot
violento da giornali e tv: “Ritirate quella pubblicità – esorta Rosanna Galli,
responsabile legale dell’associazione -, incita alla violenza ed è lesiva della
dignità delle donne. Lo spot pubblicitario è potenzialmente pericoloso perché
ironizza e toglie drammaticità e dunque mostra indulgenza verso la violenza sulle
donne. Uno dei crimini più odiosi, che causa invalidità e danni permanenti oltre ad
annunciare, molto spesso, un femminicidio ovvero un delitto consumato nei confronti
delle donne.

La suggestione legata ai personaggi dello spot legittima l’idea che sulle donne si
può ridere anche quando stanno per essere ammazzate.

Il pubblicitario che certo non può ignorare le dimensioni e le conseguenze sulle
donne dei crimini cui si allude e che si esaltano nello spot e nei messaggi
pubblicitari, ha scelto di identificare il violento tra le pareti di casa, un luogo
che dovrebbe essere tra i più sicuri e dove invece si verifica il maggior numero di
violenze sulle donne.

Il messaggio induce a pensare che sia legittimo l’esercizio di minacce e violenza
sulle donne. Si pone inoltre in controtendenza rispetto agli interessi delle donne e
le campagne per contrastare culturalmente e con i fatti gli stereotipi e i modelli,
come la “Staffetta contro la violenza sulle donne” promossa dall’UDI – Unione Donne
in Italia, avviata il 25 novembre 2008 e in svolgimento fino al 25 novembre 2009 con
il coinvolgimento di numerosissime donne e soggetti delle istituzioni, del mondo del
lavoro e delle professioni, dell’Università, delle scuole, della società civile”.

“La pubblicità – conclude infine la rappresentante dell’UDI – Unione Donne in Italia
di Modena – è un potente mezzo per suggerire occultamente e diffondere modelli di
comportamento, ha quindi una responsabilità pubblica, che deve indurre al ritiro
dello spot e della pubblicità sui giornali che lo richiamano”.