Dal terremoto all’inondazione: le parole sono sempre inadeguate di fronte a difficoltà che sembrano e forse sono insormontabili. E tuttavia come UDI di Modena vogliamo ugualmente esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza a donne e uomini colpiti da questa ultima catastrofe. Non sappiamo come altrimenti definirla, certo non catastrofe naturale, come vorrebbero quanti non vogliono sentire parlare di responsabilità, di prevenzione ecc.Come donne, sappiamo che se tutta la popolazione viene colpita, la vita delle donne lo è doppiamente: sulle donne ricadono spesso le vecchie e nuove responsabilità familiari, di cura e di sostegno che le difficoltà acuiscono. Stiamo ascoltando dunque le loro voci, racconti e sempre più sentiamo quanto sia forte il bisogno di giustizia e di chiarezza oltre che, naturalmente di avere aiuti e risarcimenti.

Vogliamo aggiungere la nostra voce alle tante che si stanno levando e che ancora si leveranno, per ribadire questo semplice concetto: individuare cause ed eventuali responsabilità ha senso solo nella misura in cui ci sia una presa in carico da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali di dette responsabilità, con tutte le conseguenze del caso. Questo è ciò che chiedono le persone colpite, divise fra la riconoscenza verso gli aiuti concreti che hanno avuto da quanti si sono fisicamente e materialmente spesi per salvare le loro vite e le loro case, e la sfiducia tombale verso le istituzioni.

E’ necessario che la Regione e il Governo (ministeri di Agricoltura, Ambiente ed Economia) si attivino per dichiarare lo stato di emergenza e destinare risorse adeguate per risarcire i danni alle persone, alle imprese, all’agricoltura e alle strutture pubbliche.

Sottolineiamo come sia importante che, insieme con i Comuni, i parlamentari locali siano coinvolti, ascoltino, e “vivano con” la gente il dramma che questo territorio sta vivendo.

Come iniziativa immediata siamo favorevoli a che si avvii subito una sottoscrizione a favore delle popolazioni colpite, sollecitando la solidarietà che deve esserci anche in momenti di crisi. Chiediamo che si utilizzino i conti correnti dei Comuni, gli enti più vicini alle necessità delle persone e più in grado di superare la diffidenza e sfiducia nelle istituzioni, uno dei danni più gravi che il recente terremoto ha lasciato nel nostro territorio.

Quanto alla ricerca delle cause, siamo in attesa, come tutte e tutti, di conoscere gli esiti delle necessarie indagini. Siamo, per molte ragioni, fortemente sensibili al tema dell’ambiente: come donne, con i nostri corpi, diamo la vita e di questa vita ci prendiamo cura. Come cittadine crediamo in uno sviluppo sostenibile e in un progresso che si misuri più sulla felicità delle persone che sul PIL. Ma c’è una fondamentale ecologia della Politica che ci spinge a chiedere, innanzi tutto, un’assunzione di responsabilità da parte degli enti preposti al controllo dell’assetto idrogeologico del territorio, in primis Stato e Regione, adeguata alla gravità del danno subito dalla gente: si deve conoscere quanto prima che cosa si doveva fare e non si è fatto e chi doveva farlo.

Oltre agli aiuti e al risarcimento per il danno subito questo è ciò di cui c’è bisogno per credere che, nel nostro territorio, sia ancora possibile per cittadine e cittadini, insieme con le istituzioni, ricostruire un futuro.