cattiveragazze_tutte_medTORINO, 2 maggio 2016. Il cammino verso la parità tra donne e uomini è ancora lungo e impegnativo. Ma il teatro e la letteratura possono fare molto per renderlo più breve. È quanto emerge dai risultati raccolti dal progetto nazionale “Cattive ragazze”, che ha interessato quasi 400 giovani delle scuole medie e superiori di tutta Italia, invitandoli a confrontarsi sui temi delle pari opportunità attraverso il teatro e la letteratura, al fine di promuovere una cultura di genere e contrastare le disuguaglianze. Solo poco più di un terzo delle studentesse coinvolte (38%), contro la metà degli studenti partecipanti (53%) ritiene che in Italia ci siano pari opportunità tra uomini e donne. Ragazzi e ragazze pensano che la colpa vada attribuita sia alla scuola, sia alla famiglia, che perpetuano il tradizionale schema di divisione dei ruoli. E mentre gli studenti ambiscono ad avanzamenti di carriera, per il loro futuro le studentesse si accontentano di un lavoro stabile.

La Città di Torino, che ha patrocinato il progetto, ospita la presentazione dei risultati lunedì 2 maggio alle ore 17 presso la Sala delle Colonne di Palazzo Civico (Piazza Palazzo di Città 1 – Torino), con la partecipazione di Laura Onofri (referente “Se Non Ora Quando”, Comitato di Torino), Giulia Musumeci (ideatrici progetto “Cattive ragazze”) e Chiara Ghislieri (curatrice dell’attività di ricerca del progetto “Cattive ragazze”).

Cattive ragazze” è partito nel 2014 per capire quale sia la consapevolezza dei giovani sul tema e sensibilizzare così studenti e studentesse, attraverso il poetico linguaggio del teatro e della letteratura sulle questioni delle pari opportunità. «Con il nostro progetto – commenta Giulia Musumeci, ideatrice dell’iniziativa – abbiamo verificato e appurato che la letteratura e il teatro sono strumenti efficaci per veicolare messaggi e modificare la percezione rispetto a determinati temi, aumentando non solo, come in questo caso, l’autoefficacia, ma anche uno spirito critico e una maggiore consapevolezza. Si rimprovera alla cultura di non essere misurabile e che la sua importanza è relativa, qualcosa di cui volendo, si può anche fare a meno. Noi abbiamo indagato e appurato che non è cosi».

Cattive ragazze” ha proposto ai giovani storie vere di donne che hanno fornito un contributo fondamentale in ambito scientifico, sociale, politico e culturale. Si è articolato in un percorso in tre momenti: la lettura del graphic novel Cattive ragazze. 15 storie di donne audaci e creative (Sinnos, 2013), scritto da Assia Petricelli e Sergio Riccardi per lettori dagli 11 anni in su, vincitore del Premio Andersen; il coinvolgimento di studenti e studentesse in laboratori drammaturgici che hanno invitato ragazzi e ragazze a rappresentare le proprie idee e il proprio sentire sul tema; lo spettacolo teatrale ispirato al libro e diretto dai registi argentini Cèsar Brie e Ignacio Gomez Bustamante.

Si tratta di uno dei pochi progetti esistenti in Italia di empowerment femminile rivolto alla fascia preadolescenziale e adolescenziale. Ha coinvolto più di 20 classi di 15 istituti italiani: Liceo Aristofane (Roma), IIS Carducci (Roma), IIS Pacinotti-Archimede (Roma), IPSSEOA Vespucci (Roma), IC Balabanoff (Roma), IC Pagano (Roma), IC Winckelmann (Roma), IIS Arimondi-Eula (Racconigi), IIS Arimondi-Eula (Savigliano), IIS Cravetta (Savigliano), IIS Soleri-Bertoni (Saluzzo), Carcere Morandi (Saluzzo), Liceo Cattaneo(Torino), Scuola Secondaria I grado Caduti di Cefalonia (Torino), IC Navarra(Alcamo). Più di 15 sono state le repliche dello spettacolo nella stagione teatrale 2015/2016.

Tra i giovani che hanno partecipato, la cui età media è di 16 anni, il 62,5% sono ragazzi, il 37,5% ragazze. Il monitoraggio finale delle loro percezioni è avvenuto attraverso questionari, con domande chiuse e aperte, che hanno valutato tra i giovani la consapevolezza sulle discriminazioni di genere e sui rapporti tra genere e occupazione. Come percepiscono i ragazzi e le ragazze di oggi le differenze di genere? Avvertono discriminazioni tra compagni e compagne? Pensano che la vita lavorativa sarà condizionata dal loro essere donne o uomini? Come registrano i continui fatti di cronaca che vedono la donna vittima di violenza?

I risultati del progetto

Quali sono i dati più significativi raccolti al termine progetto? «Anzitutto – spiega la professoressa Chiara Ghislieri del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, che ha curato la supervisione scientifica del progetto – con riferimento alla percezione di parità, tra i maschi la percentuale di chi ritiene ci siano pari opportunità è pari al 53% contro il 38% delle femmine: queste ultime ritengono dunque, in misura maggiore, che il cammino da fare per la parità sia ancora impegnativo. I giovani coinvolti ritengono che le radici della disparità siano molteplici e profondamente legate al sistema culturale di riferimento e ai processi educativi all’interno delle famiglie ma anche nella scuola».

La ricerca prosegue indicando che è ancora ampiamente diffuso e sentito il tradizionale schema di divisione dei ruoli, divisione che spesso separa le donne dalla possibilità di raggiungere posizioni di potere. Il tempo attuale è vissuto come un momento di trasformazione, in cui i modelli culturali di genere stanno cambiando, ma gradualmente e con differenze legate ai diversi contesti.

Le riflessioni che il progetto ha suscitato tra gli studenti hanno consentito ai ragazzi di maturare idee più articolate sul tema delle differenze di genere e l’esperienza è stata apprezzata dal 91% delle ragazze e dal 72% dei ragazzi. Le storie vere delle donne che sono state raccontate, e che prima erano sconosciute agli studenti, hanno colpito molto. I laboratori sono stati apprezzati perché hanno consentito di parlare della discriminazione di genere confrontandosi con compagni e insegnanti. L’esperienza, nel suo complesso, è stata accolta positivamente per la possibilità di riflettere, commentare e confrontarsi con i compagni, gli insegnanti e i conduttori dei laboratori.

«Al termine dell’esperienza laboratoriale – illustra Chiara Ghislieri – si è registrato un aumento dell’autoefficacia percepita (intesa come il sentimento di “potercela fare”, anche di fronte a eventi problematici e/o inaspettati). Questo aumento appare superiore nelle ragazze. Si tratta di un dato interessante perché l’autoefficacia è legata alla riuscita, anche futura. Dunque ogni percorso, attività, esperienza che riesce ad alimentare positivamente questa percezione rappresenta un utile strumento per sostenere i giovani di fronte alle sfide del futuro. Proprio in tema di futuro, per entrambi, ragazzi e ragazze, la possibilità di un lavoro stabile è un elemento essenziale del lavoro desiderato. Sono importanti inoltre aspetti connessi con la carriera e il guadagno. Per le ragazze, più che per i ragazzi, è inoltre rilevante che il lavoro sia intrinsecamente interessante e che permetta flessibilità. La conoscenza e la comprensione del complesso sistema di percezioni e di aspettative che attraversano le vite dei giovani, a proposito della loro identità di genere nel mondo dell’educazione e del lavoro, è un elemento fondamentale per progettare e realizzare esperienze di orientamento e accompagnamento al futuro mirate ed efficaci».

Cattive ragazze” è ideato da Giulia Musumeci e organizzato dall’associazione culturale KindOf insieme con Sinnos, MySelf, Teatro Presente e Associazione Le Pleiadi. È realizzato con il contributo di: Salone Internazionale del libro di Torino; Associazione delle Fondazioni di origine Bancaria del Piemonte; Fondazione Cassa di Risparmio di Savigliano; Assessorato Patrimonio, Politiche UE, Comunicazione e Pari Opportunità di Roma Capitale; Acti Teatri Indipendenti_Torino. In collaborazione con: La Corte Ospitale Rubiera; Banfield Teatro Ensemble Buenos Aires; Festival La Fabbrica delle Idee/Progetto Cantoregi Racconigi (Cn); Assessorato alla Cultura di Roma Capitale. Contributi di: FederManager Minerva, Lee Hecht Harrison-Dbm e Cdaf-Club Dirigenti Amministrativi e Finanziari. Patrocinio di: Regione Piemonte, Città di Torino e Casa Internazionale delle Donne di Roma.