Di fronte al silenzio dei ministri del Lavoro e dell’Interno per l’omicidio di Soumayla Sacko, che sembra negare perfino i valori fondanti della Costituzione italiana, D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza, chiede che nel nostro paese sia ancora garantita la tutela dei diritti fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita e all’autodeterminazione delle proprie scelte, nel rispetto della dignità della persona umana e di tutte le differenze, di genere, culturali, etniche e di orientamento sessuale.

Chiediamo che si continuino a contrastare tutte le discriminazioni impegnandosi per il reale superamento delle disuguaglianze, di cui lo sfruttamento del lavoro, compreso il lavoro non retribuito delle donne, è solo una delle evidenze più macroscopiche.

Infine, chiediamo la piena applicazione di tutte le convenzioni sui diritti umani e le direttive europee che sono diventate legge in Italia, in particolare la piena applicazione della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, che non può essere garantita senza un interlocutore politico che si assuma tale compito con piena responsabilità.

Non ci lasceremo ingannare dal silenzio o da parole di circostanza, ma vigileremo sulle azioni che quel silenzio vuole mascherare, perché i diritti umani delle donne e degli uomini tutti/e, senza distinzione alcuna, come dice la Costituzione, siano rispettati. A cominciare dal diritto a vivere libere/i dalla violenza.