{Counseling filosofico e ricerca del senso} è una raccolta di saggi, che attraversano varie discipline umanistiche e pratiche di cura, dalla psichiatria al mito, dalla bioetica agli esercizi spirituali, all’Etica applicata alla ricerca dell’eudaimonia nel lavoro.Questo itinerario mostra l’ampiezza dei campi del sapere che il Counseling filosofico abbraccia.
_ Il conseling filosofico, secondo quanto viene considerato dalla SICof (Società Italiana counseling filsofico) è una pratica integrata la cui conoscenza filosofica è completata dall’apporto di molteplici competenze umanistiche a partire dalla psicologia.

{{Il messaggio che unifica i saggi}} scritti da autori, che vengono dall’ambito di discipline molto diverse, è che una pratica filosofica che si attenga alla sola concettualizzazione, secondo i canoni più rigidi di certa Consulenza filosofica, non è efficace.
_ Più efficace risulta una pratica in cui il pensiero venga integrato e si apra non solo alla ragione, ma ad altre facoltà come il desiderio e il senso, l’emotività e i sentimenti, la capacità di rapportarsi al mondo.

Perché scrivere di Counseling filsofico su una rivista come “Paese delle donne”?
_ Durante una lezione del corso di couseling filsofico organizzato dalla Ass.Metis (unica nel Sud a svolgere un corso accreditato) ad un’allieva che, conoscendo la mia lunga militanza nel femminismo della differenza, mi chiedeva se nel counseling era possibile prevedere un approccio differente per uomini e donne, ho risposto che sarebbe riduttivo pensare a due percorsi paralleli di pratica filosofica, perché è nel suo complesso che il counseling s’ispira alla pratica filosofica femminile.
_ Questo non solo perché alcune filosofe fondatrici di tale pensiero, oggi s’interessano a livelli diversi di questa pratica di aiuto.
_ Proprio dal testo emerge una visione della Filosofia come pratica che, se pur innaugurata dal pensiero greco, si è persa lungo la strada del pensiero occidentale prevalentemente maschile.

Sono le filosofe, oggi, a rifiutare una certa filosofia accademica, il nichilismo, l’universalismo, e la neutralità del pensiero a partire dall’affermazione che i soggetti sono {due}, e sono soggetti incarnati nel proprio sesso, maschile/femminile.
_ Esse sono partite da sé, da un percorso in cui s’intrecciano vita e pensiero. Per queste donne, {{la filosofia è soprattutto sperimentazione di nuove pratiche}}, invenzione di etiche materiali, strategie elementari, strumenti non solo di sopravvivenza, ma di potenziamento della realtà come scaturigine della vita.

Le {Weltanschaungen} occidentali, da Platone, Cartesio, Kant, ecc. si sono caratterizzate contemporaneamente per l’assenza di filosofe e per la presenza di scissioni profonde, essere-divenire, anima-corpo, ragione-sentimenti che insieme alla carenza di senso, sono causa principale del disagio delle società moderne.
_ Di fronte alle sofferenze che, oggi, investono l’individuo/a nella sua globalità e non solo nell’aspetto puramente psichico, la filosofia è uno dei pochi strumenti che l’umanità ha a disposizione: la sua capacità di trasformazione non investe solo un aspetto (la psichicità), ma la persona umana nella sua complessità.

Ed è proprio per questa dimensione ampia non riconducibile a singole tecniche, che possono essere apprese dall’esterno e trasmesse, che il consulente non può essere una buona guida, se non ha sperimentato e continua a sperimentare su se stesso la filosofia come pratica di trasformazione di sé, guida, ed esercizio.
_ Non a caso la scuola-Metis ha come motto,{ Solo chi consegue il proprio benessere può aiutare gli altri a conseguirlo}, considera i singoli allievi come consultanti, la lezione stessa viene impostata come una pratica di counseling.
_ Poiché queste filosofe hanno fatto del loro pensiero una guida della loro vita, si possono individuare ed estrapolare dal contesto delle loro opere {pratiche filosofiche} da utilizzare nel Counseling filsofico. L’”essere presenti” a se stessi, “il far vuoto”, “l’essere in ascolto”, “la coscienza del limite” sono suggerimenti comportamentali che il counseling filsofico ha gia assimilato; il suo metodo si basa infatti sulla capacità d’ascolto del consulente, sul far leva sul presente“,non inteso come attimo fuggente” (Berra) ma sulle energie salvifiche che il consultante mette in atto nel presente, facendo vuoto rispetto ad atteggiamenti e visioni del mondo sbagliate e assumendo coscienza e cura di sé , attraverso la coscienza del limite e la pratica della parola autentica, oggi troppo frammentata e dispersa nella proliferazione e specializzazione dei linguaggi (Zamarchi).

Ma soprattutto il metodo si basa sulla filosofia come esercizio, secondo quanto Weil scrive nei Quaderni: “Filosofia (compresi i problemi della conoscenza) cosa esclusivamente in atto e pratica. Per questo è tanto difficile scrivere a riguardo. Difficile come un trattato di tennis o di corsa a piedi, ma in misura superiore”.

Mario d’Angelo, proprio ispirandosi alla Weil, nel suo saggio {Esercizi filosofici e Esercizi di senso}, un saggio che possiamo considerare emblematico del libro, sostiene: “La filosofia è un esercizio (…) e il counselor filosofico-esistenziale sarà quindi colui che favorisce l’aver cura di se stessi attraverso la pratica di esercizi, in vista dell’abituarsi a vivere filosoficamente.” Il counseling filsofico è già tutto questo, ma c’è ancora molto da scandagliare nelle profondità del pensiero femminile.

– a cura di Berra L. E.; D’Angelo M., {{ {Counseling filosofico e ricerca di senso. Pratiche filosofiche per le persone, i gruppi, le organizzazioni} }}
_ Liguori 2008
_ € 16,50
_ pp. 184 p.