Il comunicato dell’Agenzia polacca PAP del 1 marzo riporta le dichiarazioni misogine e omofobiche del ministro polacco Roman Giertych al Consiglio informale europeo dell’Istruzione di Heidelberg.Durante il consiglio informale dei ministri europei dell’Istruzione che si è tenuto ad Heidelberg giovedì e venerdì scorso, il ministro polacco Roman Giertych si è espresso sui temi dell’aborto e dell’omosessualità. L’incontro, dedicato alla discussione sul futuro del Trattato costituzionale è divenuto l’ennesimo palcoscenico per un attacco ai diritti e alle libertà di genere, e non solo.

Per il ministro polacco è tempo di {{vietare l’aborto in tutta Europa}} e di creare una grande Carta dei diritti delle nazioni a garanzia della “libertà e dell’identità europea secondo i valori della vita umana e della famiglia”. Uno dei maggiori crucci del ministro è “l’assenza di verità sulla sorte dei milioni di europei uccisi dalla pratica dell’aborto” da lui definito “un atto criminale legalizzato da numerosi parlamenti nazionali europei”.

“Senza un {{sostegno forte ai valori della famiglia}} non c’è futuro per l’Europa”. A questo proposito il vice premier polacco sostiene la redazione di una {{Grande Carta dei diritti delle nazioni d ‘Europa}} che potrebbe essere adottata entro il 2015. I “{{valori europei”}} della Carta, ha spiegato ai giornalisti, sarebbero l{{’identità nazionale, la famiglia e il rispetto della vita}}: “Nel quadro delle misure di politica familiare proponiamo il {{divieto all’aborto e alla propaganda omosessuale}}”.

{{La Commissione europea ha redarguito la Polonia}} a proposito delle dichiarazioni pronunciate ad Heidelberg e il Governo di Jaroslaw Kaczynski ha preso le distanze dal ministro che, invece, afferma di aver parlato in piena intesa con il suo governo.
_ In ogni caso, l’accordo, neppure tanto velato, sulla necessità di ridiscutere alcuni valori dell’Unione serpeggia in molti paesi dell’Unione: le radici cristiane sono rimaste fuori per “miracolo” dalla prima proposta di Trattato costituzionale europeo, che succederà la prossima volta?