Le donne che hanno denunciato stupri e abusi dall’inizio di questo anno sono oltre quaranta . Parliamo di denunce. Spesso si è trattato di denunce scattate per crimini perpetrati in luoghi  è l’unica testimone, ​in tal modo​ costretta al silenzio. I carnefici esecutori commettono un reato più grave quando appunto aggiungono allo stupro un ricatto. La provenienza o la lingua parlata non costituiscono un’aggravante verso la la vittima , dato che ogni stupro, molestia, lesione compiuto da un uomo su una donna è perpetrato sempre giocando sull’impossibilità di difendersi. L’aggravante non può consistere nella nazionalità della vittima, altrimenti dovremmo dire che le straniere violentate e abusate da loro connazionali hanno subito un reato minore. Come dovrebbe sapere chi commenta queste cose, con responsabilità più pesante se persona pubblica, dire che che uno stupro compiuto da un immigrato ha l’aggravante dell’ingratitudine verso il popolo ospitante, visto che la vittima era un’italiana, rappresenta un aperto richiamo alla simbolicità del corpo delle come luogo di valori e proprietà etnica. Abbiamo più volte sentito l’opinione di chi parla delle vittime come “le nostre donne”. Le donne non sono di nessuno, la responsabilità è di tutti, anche di quelli che reclamando una proprietà, come nel caso della diciassettenne stuprata, si astraggono dal reato e dal danno per rivolgersi alla presunta graduazione delle aggravanti, non sulle modalità​,​ ma sulla condizione dell’aggressore.
Molte donne interiorizzano il disprezzo delle regole quando si tratta delle loro simili violentate se non uccise. E lo vediamo anche nelle parole di chi quotidianamente ci propina cro​nache di violenza, parlando​ innanzitutto delle presunte attenuanti: disperazione, degrado sociale, disorientamento “provocato dalla donna” . Questa è la realtà che fa si che la prostituta (così definita omettendo il nome) ​uccisa a Pagani​ da nostri due connazionali abbia meritato solo poche righe  in cronaca locale. La giovane donna stuprata a Trieste porta il peso difficilmente misurabile della violazione perpetrata da un suo simile e l’onere di un non meglio individuabile onore della patria ospitante.
​Tra le tante una​ domanda rimane senza possibili risposte: i militari che stuprano e uccidono nei paesi “che vanno a liberare o aiutare” non vengono processati perché tutto sommato hanno  riscosso un credito?
L’ONU ha riconosciuto che la violenza sessuata è un atto terroristico, pensare che questa guerra sia tra popoli e non

​un deliberato atto ostile verso le donne​ è frutto di abissale ignoranza. Esternare questo pensiero fa parte della guerra.
 Napoli 13 Maggio 2017
tre borse di Studio alle studentesse del Borno State
CI  IT 76 P032 9601601 0000 66546555