Hanno immaginato e creato da zero una storia di accoglienza diffusa meravigliosa, ormai nota in diversi angoli del mondo. Ma a fare di Riace una comunità straordinaria ci sono almeno altre due ragioni, poco note ai grandi media (per i quali Riace sembra già non fare più notizia, avete notato?). La prima: la capacità di aver resistito per circa due anni e aver portato avanti il progetto praticamente senza soldi, con persone e nuclei familiari che hanno procurato abiti e raccolto contributi per tirare avanti, fornitori che hanno atteso sino all’inverosimile il dovuto, operatori che hanno lavorato senza stipendi per mesi. La seconda: la grande campagna di solidarietà promossa dalla Rete dei Comuni Solidali (non proprio un club di filantropi miliardari) nelle ultime settimane, per far fronte ai tanti disagi economici del presente, per dare un contributo ai migranti che hanno scelto di lasciare Riace, e perfino per immaginare e creare un rilancio del progetto di accoglienza. Accade, nonostante tutto e tutti, in un piccola e fragile comunità della Locride

Articolo di Roberta Ferruti della Rete dei Comuni Solidali

In questi giorni la notizia dei trasferimenti dei migranti da Riace ha lasciato molti sgomenti. Per molti è stato doloroso. È altrettanto evidente che questo epilogo viene dopo oltre due anni di calvario, inchieste, contro inchieste, ispezioni che non hanno maturato prove tangibili che giustificassero tutte le iniziative successive: il blocco dei finanziamenti da parte della Prefettura in primis e poi del Viminale, con la clamorosa decisione di escludere Riace dall’elenco Sprar per il 2018.

In aggiunta anche le ormai note vicende giudiziarie del sindaco di Riace Mimmo Lucano, prima agli arresti e poi spedito al confino. Reati pesanti all’inizio, ben nove capi d’imputazione (concussione, truffa, appropriazione indebita e chi più ne ha più ne metta) che la Procura di Locri ha presentato al Gip basati su “sentito dire” e voci di popolo. Cassati tutti o quasi lasciando in piedi solo i presunti reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio (per aver assegnato un appalto diretto per la raccolta differenziata). In tanti ora attendono le motivazioni per capire cosa fare ma resta evidente l’assurdità di tutta la faccenda…. se non fosse che siamo nella Locride, se non fosse che questo modello di accoglienza stava dimostrando al mondo intero che senza troppo sforzo si poteva risollevare una terra dal suo destino di abbandono.

Bene, da due anni, nonostante tutto la vita di ogni giorno a Riace scorreva, i bambini crescevano e dovevano mangiare, essere curati. Intere famiglie avevano bisogno di vivere. In questo borgo il miracolo l’hanno fatto in tutto questo lungo periodo: fornitori hanno atteso sino all’inverosimile il dovuto, famiglie, amici, sostenitori hanno procurato abiti, raccolto contributi per tirare avanti. Il comune di Riace ha maturato crediti per oltre 2 milioni di euro. Operatori senza stipendio per oltre un anno si sono adattati e hanno continuato a lavorare giorno dopo giorno insieme ai migranti, al loro fianco.

Quando tutto ciò è diventato insostenibile (il disagio degli ultimi tempi, tra le casette senza corrente, operatori allo stremo, migranti che chiedevano i bonus per fare la spesa, la macchina dell’associazione senza bollo né assicurazione…., era enorme) hanno accettato che la Rete dei Comuni Solidali (Recosol) lanciasse una campagna di raccolta fondi. In poco più di un mese sono stati raccolti oltre trecentomila euro. Questi fondi sono gestiti collegialmente dall’associazione Città Futura che ha creato il modello di accoglienza. Sappiamo che sono serviti a saldare debiti con i fornitori, la farmacia, per pagare le utenze. Una parte sarà data anche ai migranti che hanno deciso di lasciare Riace per permettergli di ricominciare con un po’ di tranquillità economica. Certo è un dramma che vadano via… ma pochi hanno davvero idea di cosa sia stata la loro vita in questi due anni: sempre nell’incertezza del futuro, sempre con la paura che dopo Mimmo tutto sarebbe cambiato (nel 2019 Lucano non può ricandidarsi e tutti temevano il peggio).

Trecentomila euro dicevamo. Sono tanti e sono stati fondamentali per tamponare le emergenze (acqua, luce, acquisto bombole del gas delle case…) ma anche oltre duecento persone sono tante. Recosol riceverà presto il dettaglio delle spese e lo renderà noto.

Per quei migranti che decideranno di rimanere la Rete già cercando soluzioni ma fanno parte di un progetto più ampio di ripartenza che Recosol sta coordinando con Domenico Lucano e tutti quelli che vogliono dare una mano. Per la Rete è comunque importante che qualsiasi iniziativa sia concordata con il sindaco che anche se esule, al momento è pur sempre il motore da cui tutto è tutto partito. Anche questo è un modo per sostenere Mimmo Lucano. Chiunque voglia dare una mano deve tenerne conto, ora più che mai. Siamo in terra di Locride, guai a dimenticarlo.

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