Dal sito Aprile on line riprendiamo questo intervento della Senatrice Silvana Pisa che denuncia come l’Italia avrebbe siglato un accordo con il governo Usa, fin dal 16 dicembre scorso, per partecipare al Balistic Missile Defense System. Con questa decisione, finisce lo scenario saggio che ha animato la non proliferazione nucleareE’ di tre giorni fa la notizia che anche l’Italia avrebbe siglato un {{accordo con il governo Usa}} fin dal 16 dicembre scorso, per partecipare al Balistic Missile Defense System. {{Contro il ritorno delle guerre stellari}}, prospettato dallo scudo antimissile, sia al Senato che alla Camera sono {{piovute interrogazioni}}.

Il tema è incandescente sia per la pluralità dei problemi che solleva sia perchè si abbatte su una coalizione di centrosinistra che, nonostante il risultato politico positivo, ha vissuto con sofferenza il voto sulla missione afghana.
_ I fatti sono noti: è dai primi di marzo che è apparso sulla stampa la notizia che l’amministrazione Bush ha riesumato lo scudo spaziale non solo per gli Usa e per il loro cortile di casa (Alaska e Groenlandia) ma per installarlo, tramite accordi bilaterali, anche in Polonia e nella Repubblica Ceca. Lo scopo è sempre quello della lotta al terrorismo, questa volta in funzione anti-iranina.

A questa decisione è seguita una discussione tutta interna alla funzionalità di questa scelta che ha riguardato l’ambito di protezione europea dell’ombrello antimissile (Italia, Turchia, Grecia ne sarebbero escluse), nonché le reazioni della Russia. E’ chiaro che l’installazione dello scudo nelle due ex repubbliche sovietiche non riguarderebbe tanto l’Iran, geograficamente troppo lontano, quanto piuttosto{{ modificherebbe gli equilibri strategici in atto rappresentando una minaccia per la Russia}} che a sua volta sarebbe spinta ad una escalation nucleare : con un risultato di complessiva instabilità nel Vecchio Continente.
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Il segretario generale della Nato}}, Jaap de Hoop Scheffer ha colto la palla al balzo affermando che il vero tema è intercettare le traiettorie dei paventati missili iraniani e quindi si tratta di {{ampliare lo scudo all’area mediterrranea}}.
_ Insomma lo scenario saggio della non prolificazione nucleare sembra essere stato abbandonato, nonostante la sconfitta della strategia Usa sulla lotta armata al terrorismo.

Per fortuna la vecchia Europa, prima per voce di {{Chirac}} e della {{Merkel}} e poi in sede di discussione del Parlamento europeo con {{Solana}} – responsabile della politica estera di sicurezza -, {{ha sollecitato i governi ceco e polacco a non procedere negli accordi con gli Stati Uniti}} senza aver prima definito con gli altri paesi dell’Europa una politica comune coerente con l’interesse generale della Ue.
_ Ma la vicenda su cui alcuni senatori ieri hanno interrogato il governo riguarda la notizia che {{anche il nostro Paese sarebbe coinvolto in un accordo quadro di questo tipo}}, in barba alle prudenti raccomandazioni europee.

Questa vicenda – per ora {{smentita dalla Difesa}} – conferma una {{attitudine di subalternità del nostro Paese}} alla crescita del Pil Usa sugli armamenti, che vede una {{minacciosa continuità tra governo Berlusconi e Prodi}}, a dispetto di alcune differenziazioni in politica estera. Basta citare alcuni [programma di armamento->https://www.womenews.net/spip/ecrire/?exec=articles&id_article=1048], tra cui l’adozione del JFF che drenerà tutte le risorse disponibili per l’aeronautica militare per i prossimi 20 anni tenendo fuori l’Italia dai programmi europei; o il caso Tanker Boeing 767 da un miliardo di euro, preferiti all’equivalente aereo europeo.

{{A questi programmi si affiancano scelte politiche gravissime}}: oltre alla {{vicenda del raddoppio della base Usa di Vicenza}} per completare l’accoglienza della 173esima brigata, e oltre al {{trasferimento del comando delle forze navali da Londra a Napoli}}, vale la pena ricordare la {{partecipazione dei reparti italiani ad esercitazioni congiunte con gli Usa}} in Giordania, Egitto, Ghana.

Insomma, a dispetto delle celebrazioni dell’ anniversario del Trattato di Roma sull’Europa, la politica della difesa del nostro Paese è sempre più simile a quella delle ex repubbliche sovietiche (Bulgaria, Polonia etc) {{spostate sull’asse Usa}}, di quanto risulti coerente rispetto all’Europa. Il trasferimento delle strategie belliche Usa verso il Medioriente stanno trasformando il nostro Paese in un avamposto, una base militare di partenza sempre più interessante.

Noi {{non crediamo che queste scelte corrispondano agli interessi dell’Italia}} e alle politiche di pace a cui siamo impegnati per rispetto della nostra Costituzione.