Sono ancora in piena discussione le modalità di selezione del personale politico femminile nei partiti e il loro intreccio profondo con la sessualità maschile ed è molto importante l’emersione del disagio profondo nelle donne del centrodestra sulle affermazioni si Stracquadanio perché esprime la loro verità sulle pretese patriarcali a cui sembravano sentirsi estranee. “Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite… E’ chiaro, che essendo nominate, se non si punta sulla scelta meritocratica, la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno” così su Repubblica online del 14 settembre, afferma la parlamentare Angela Napoli di Futuro e Libertà, il nuovo movimento di Fini che a seguito di un’alzata di scudi femminili del Pdl chiede a Napoli di scusarsi, per aver leso la dignità delle donne elette, se non ha nomi da fare.

Forse è più facile fare affermazioni generali che nomi, ma se non ci sono nomi allora è tutto inventato e il problema non esiste?
_ Mettendo in salvo con le scuse in un colpo solo l’onore delle elette e la meritocrazia femminile, magicamente ripristinata con quella maschile.

Ma interessano davvero a noi donne i nomi? Ci basterebbero per dire che il problema esiste e se no, non esiste? Il punto è che esiste comunque, purtroppo.
_ Ricordiamo quante donne in politica sono comparse dal nulla senza averne mai sentito parlare prima e come stranamente hanno subito avuto incarichi prestigiosi, novelli genii della politica spettacolo, e come questo fosse funzionale ad uno schema fisico legato all’avvenenza?
_ Alle brutte, ancorchè giovani questo non si può dire sia successo, la genialità improvvisa nella politica italiana forse alberga solo nelle donne belle.

Mia mamma diceva “Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi”. Bene, credo che il coperchio delle scuse e dei nomi non tenga e che sarebbe molto utile continuare a discutere l’ affermazione di Angela Napoli per il bene della politica, persino di quella maschile.
_ Il fatto ci riporta alla giusta intuizione dell’affollato convegno femminista dello scorso anno su “Sesso (al maschile) potere e denaro” a Roma alla Casa internazionale delle donne su Berlusconi e Rosy Bindi.

Sono ancora in piena discussione, senza esserne mai uscite, le modalità di selezione del personale politico femminile nei partiti e il loro intreccio profondo con la sessualità maschile e penso sia molto importante l’ emersione di questo disagio profondo nelle donne del centrodestra perché esprime la loro verità sulle pretese patriarcali a cui sembravano sentirsi estranee.
_ Tempo fa si parlava tra donne del centrosinistra, con una certa invidia e senza fare altre analisi, delle maggior capacità di quelle del centrodestra nell’imporsi nella politica maschile, invece il problema è il potere maschile e il desiderio di condividerlo comunque, competenza o meno, delle donne e, senza scomodare la prostituzione, nessuna scusa o nome può cancellarlo.

Forse la questione poteva uscire con questo livello di verità solo ora, quando la mancanza di un’opposizione esterna ha dato spago ai giochi di potere nel Pdl.
_ E’ un mix esplosivo quello tra sesso denaro e potere e ora che si afferma anche lì, pur se si tende a definirlo strumentale, dovremmo guardarlo bene in faccia, perchè gli uomini di potere non si fanno bastare che le candidature delle donne, in omaggio alle pari opportunità, siano loro a definirle, ma se occorre vogliono anche che si pieghino alla “volontà del padrone di turno” per avere un posto sicuro in lista.

Purtroppo quello che emerge vistosamente da questo “ciarpame senza pudore” è che le donne non hanno un luogo, una politica istituzionale comune, compresa quella parlamentare, in cui esistere autonomamente e, pari opportunità o meno, sono sempre le ideologie maschili a sceglierle definendo il loro agire, persino quando pare si deleghi alla responsabile femminile.
_ E’ un dato fondante della politica che preoccupa perché pur essendoci visivamente come donne non si coglie cosa ci facciano lì, se non è per far emergere una visione femminile del mondo dato che non siamo proprio uguali maschi e femmine.

Altro discorso è se Giorgio Stracquadanio afferma che “è legittimo usare il corpo se si vuole fare carriera in politica”. Scomparsa ogni alzata di scudo al femminile, nel centrodestra domina il silenzio e nessuno si sogna di chiedergli delle scuse per ripristinare la dignità delle elette e degli eletti.

In questo caso è tutto legale e vero, anzi al contrario dell’onorevole Napoli, c’è bisogno di queste affermazioni maschili per dare fondamento istituzionale a comportamenti politici non facilmente giustificabili e farli rientrare in uno schema che possibilmente non scandalizzi troppo e si trasformi in gossip.

Nel silenzio degli uomini, perché le donne del Pdl tacciono in questo caso e fanno tanta differenza tra identiche parole di un uomo o di una donna? Perché la loro dignità in questo caso non è ferita dalla “miseria” politica maschile?

E’ così che ci danneggiamo come donne insieme alla speranza che le risorse femminili abbiano la capacità di cambiare il mondo, a meno che davvero queste donne non abbiamo sapienza “meritocratica”di sè e dipendano proprio dal fare maschile…

Egoisticamente spero di no, ma per aver fiducia in loro come politiche donne avrei bisogno di dimostrazioni di differenza.