Nel 1946 furono 21 le donne elette all’Assemblea Costituente e contribuirono con la loro preparazione, tenacia ed arditezza a rendere la nostra Costituzione una delle “più belle del mondo”.

Così la Presidente Nazionale del Centro Italiano Femminile Renata Natili Micheli commentando l’episodio singolare riguardante la elezione da parte del Parlamento  dei membri “laici” del Consiglio superiore della Magistratura e degli organi di autogoverno delle magistrature speciali che ha eletto 21 uomini su 21.

Ed aggiunge: “un en plain maschile che costituisce un arretramento rispetto anche alle prese di posizione riguardanti la difesa delle quote di genere”.  Questo avvenimento, a suo dire, è da stigmatizzare anche riguardo al meccanismo di accordo “blindato” accettato da tutte le forze politiche presenti in Parlamento che lo “ha garantito”.

“Chi ha buona memoria – aggiunge la Presidente – ricorda il dibattito avvenuto il 26/11/1947 nella seduta dell’Assemblea Costituente che trattava del titolo IV del Progetto costituzionale “la Magistratura”. Maria Federici, prima Presidente del Centro Italiano Femminile, si battè e riuscì nel suo intento a promuovere la seguente formulazione dell’articolo “Le donne hanno diritto di accesso a tutti gli ordini e gradi della Magistratura”, sopprimendo le parole “possono essere nominate”.

La Federici sottolineava che “non si trattava di una formulazione rivoluzionaria ma di una prova di coerenza rispetto all’impianto costituzionale”.