Si è conclusa la prima fase del 9° concorso internazionale di Drammaturgia femminile “La/escritura de la/s diferencias – resitencia cultural”, diretto da Alina Narciso, con la selezione delle vincitrici per ogni paese partecipante (Argentina, Guatemala, Cile, Cuba, Ecuador Spagna, Italia, Uruguay) e ha proclamato i testi vincitori del premio internazionale.

Per l’Italia la giuria, composta da Alessandra Borgia (attrice), Bruna Braidotti (drammaturga, regista, coordinatrice nazionale), Patrizia Monaco (drammaturga, in rappresentanza del CENDIC), Alina Narciso (direttrice artistica “La escritura de la/s diferencia/s”), Angela Villa (drammaturga, in rappresentanza del CENDIC) ha deciso di dare una segnalazione al testo:

BRUCIA IL MITO

di Verdiana Vono.

Il testo opera una rilettura della tragedia sofoclea “Le Trachinie” da un punto di vista di genere, l’autrice scardina la struttura del mito per indagare il sentire dei personaggi e, dando voce al personaggio di Iole che nel testo originario non parla mai, introduce il punto di vista di una giovane donna; interessante l’idea di un canto corale dove il mito diventa rifugio di delusioni ma anche forza per guardare lontano.

La struttura drammaturgica è costruita sul dialogo/intromissione costante dell’autrice nel gioco scenico, che se da una parte ha il merito di creare un interessante meccanismo drammaturgico, portatore di un punto di vista critico di genere, dall’altro, risulta, a momenti, troppo didascalico, banalizzando il pur pregevole lavoro fatto dall’autrice sui dialoghi che si avvalgono di un linguaggio scarno, venato, a tratti, di un sottile umorismo e che fluisce in una modernità non semplicistica.

La giuria ritiene che il testo rappresenti una buona base di partenza su cui continuare a lavorare al fine di dare/trovare/ricercare un segno teatrale forte, che vada oltre le abituali tracce dialoganti, e, stilisticamente, un segno scenico più emergente. A livello di scrittura di genere si suggerisce un maggiore approfondimento delle attuali tendenze dell’elaborazione culturale del movimento delle donne.”

La giuria quindi, dopo attenta valutazione, ha deciso di non assegnare il Premio Nazionale, ma bensì di dare solo una segnalazione. Tale decisione, non facile, è scaturita dalla discussione sui testi pervenuti che ci ha portate ad una riflessione sulle forme della scrittura teatrale e sullo stesso statuto della drammaturgia oggi. Cosa significa e in cosa consiste “scrivere teatro” oggi? Molti testi, pur se ben scritti, presentavano una struttura da fiction televisiva, molti altri, pur se più consapevoli dello specifico teatrale, risultavano stranamente datati o completamente avulsi dalla nostra contemporaneità e altri ancora si presentavano più che altro come “esercizi di stile” lasciando del tutto aperta l’interrogazione su quale fosse stata l’esigenza o necessità comunicativa profonda che li aveva originati. Complice probabilmente anche il difficile momento, causato dalla pandemia che stiamo vivendo, che ha investito il teatro come uno tsunami obbligandoci a “ripensarlo/ripensarci”, non ce la siamo sentita di “sorvolare” su questa mancanza di “connessione” con la contemporaneità, sia in termini di linguaggio e stili utilizzati che di “contenuti”, e, meno che mai, sulla trasformazione della scrittura teatrale in sceneggiatura per fiction televisive. Inoltre, la caratteristica “internazionale” del premio, che fa sì che il testo vincitore nazionale diviene rappresentativo della produzione drammaturgica italiana (pur se solo di una parte, quella femminile) ci ha ancor di più spinte ad adottare una linea di cautela facendoci, pertanto, decidere di conferire solo una “segnalazione”. In tale contesto, ci è sembrato difatti più opportuno cogliere l’occasione del premio per lanciare una riflessione sul “cosa vuol dire scrivere teatro oggi”, considerando che lo stesso statuto della drammaturgia sta profondamente cambiando e che, probabilmente, le stesse caratteristiche dei testi pervenuti rappresentano una spia di tale cambiamento. Ci adopereremo per trovare le sedi adeguate a portare avanti tale riflessione, alla quale le autrici saranno, ovviamente, invitate a partecipare.

I testi vincitori del premio internazionale sono :

1° premio Corazon de Esfinge di Elain Vilar Madruga (Cuba)

2° premio Mamut di Paula Parra (Cile)

3° premio Carne de tu carne di Eugenia Kleber (spagna)

Menzione speciale a “Cabo de Hornos” di Katherine Perz (Cuba)

Il Concorso internazionale di drammaturgia delle donne, che ha l’obiettivo di sopperire alla storica esclusione delle autrici di teatro dai circuiti ufficiali e di incentivare la drammaturgia femminile, e che si svolge a Cuba dal 2011, prevede ora la traduzione, la messa in scena e la pubblicazione in volume dei testi selezionati e si conclude con una vera e propria manifestazione, arricchita di seminari e convegni, nel corso della quale, vengono presentate le mise en éspace dei testi vincitori e il libro contenente gli stessi e che si svolgerà a Santiago di Cuba nel 2022.