Serena Dandini – la tv delle ragazze-2 su Rai3

Ho finito di leggere l’ultimo lavoro di Saveria Capecchi  “La comunicazione di genere. Prospettive teoriche e buone pratiche” (Carocci ediotore) ieri, lo stesso giorno in cui è andata in onda la TV Delle Ragazze di Serena  Dandini su Rai 3.  Una coincidenza che però mi ha dato modo di riflettere su quante cose siano cambiate in meglio da quegli anni Settanta o meglio da quando il secondo femminismo ha cominciato  a fare i suoi primi passi. Satira e ironia fanno ormai parte di un patrimonio culturale che molte autrici e attrici maneggiano con destrezza. Si può scherzare su tutto, soprattutto su se stesse perché il  senso di sé diventa baricentro di una forte identità di genere. Così l’io e il noi si intrecciano, danzano, interagiscono senza confondersi. E’ come se i femminismi avessero fatto evaporare ogni gabbia ideologica, sprigionando nuove libertà, nuove idee, nuovi modi di partecipare…Lo spettacolo di Dandini , è FARE cultura. E, la materialità del fare sta nella mimica, nella didascalia, nella graffiante sinteticità di chi interpreta  nuovi modi di essere donna.

Ma, il fare non può essere praticato al meglio senza avere una base articolata di pensiero che lo supporti. Ed è qui che torno al libro di Capecchi. Pagine fondamentali proprio perché mettono, chi legge, nella condizione di capire come il fare e il pensare delle donne si siano sempre intrecciati. Per anni, per decenni, uomini, anche con uno spessore intellettuale non comune, nel seguire i movimenti politici delle donne non riuscivano a codificarli, a leggerli… si ritraevano infastiditi. Eppure uomini e donne parlavano la stessa lingua, manifestavano o scioperavano con le stesse modalità. Eppure non si capivano rendendo la comunicazione impossibile. L’unica forma di contatto: lo scontro.

Leggendo pagina dopo pagina il libro di Capecchi, seguendo passo dopo passo la ricostruzione  delle elaborazioni teoriche che sono state l’ossatura portante dei vari femminismi mi sono resa conto del perché molte assemblee che dovevano dar vita ad iniziative politiche erano così vivaci, quasi infuocate. Noi stesse che ne facevamo parte, spesso non capivamo il perché di molti scontri così virulenti. Erano delle vere e proprie fucine dove materia incandescente doveva prendere forma in nuove forme della politica. Comunicarlo allora era davvero cosa ardua. Ricordo che molte colleghe che avrebbero voluto dare conto dei dibattiti alzavano le mani impotenti nel comprendere quello che stava accadendo.

Però alla fine si occupavano dei luoghi dove continuare a discutere, si costruivano consultori autogestiti, case per donne maltrattate, si scendeva in piazza contro la violenza, i femminicidi, per il lavoro, contro la guerra, contro il nucleare….. per i diritti, per la rappresentanza, per la libertà… poi anche le giornaliste incominciarono ad organizzarsi… nacque il primo coordinamento delle giornaliste democratiche ed ecco che ora c’è GIULIA….

Il libro della Capecchi è prezioso proprio perché permette di mettere ordine. Di capire dove collocare l’emancipazionismo, l’egualitarismo, il pensiero della differenza, la cultura di genere, le pari opportunità, il post femminismo, l’empowerment, il determinismo  biologico, il sesso, il genere, la teoria del gender…

Un libro importante non solo per chi voglia conoscere la storia delle teorie che si intrecciarono e continuano ad intrecciarsi nel dibattito all’interno dei  movimenti femministi ma fondamentale anche per capire come la pratica per una buona politica non possa prescindere dal pensiero che la sottende e che la verifica della validità di questo non possa fare a meno del risultato dell’azione messa in atto.

Insomma un libro che può insegnare a praticare la buona politica.  


Il Centro delle Donne “Orlando” di Bologna ha ospitato il 25 ottobre 2018 la presentazione del libro La comunicazione di genere. Prospettive teoriche e buone pratiche” scritto da Saveria Capecchi, Professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, autrice di Identità di genere e media e L’audience attiva. Effetti e usi sociali dei media.
Al dialogo, hanno partecipato, Leda Guidi, co-founder della Rete Civica Iperbole di Bologna, docente della nostra LM, membro del Consiglio delle responsabili dell’Associazione Orlando, e dell’Associazione “Villes Internet”, esperta di ICT, comunità intelligenti, diritti digitali e Linda Serra, fondatrice di Girl Geek Dinners Bologna e presidente di Work Wide Women.

E possibile leggerne il resoconto andando al sito

La comunicazione di genere: il nuovo libro di Saveria Capecchi