“Colori d’alba” (Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza, 2010) è l’ultima raccolta poetica di Lidia Are Caverni, che nel 2008 con “L’Anno del Lupo” (Passigli Editore, Firenze 2005) vinse il primo premio per la poesia edita del XVI Premio Donna e Poesia incluso nel IX Premio di scrittura femminile “il Paese delle Donne”.Umbratili immagini di natura estiva si avvicendano nelle poesie della sezione { {{il Porto Nuovo}} } che si aprono tutte sulla schiusa del giorno, soffermandosi sugli infinitesimi movimenti che levano bisbiglii di uccelli accanto a “voluttà/ di velluti guance che vorrebbero l’amore”. La natura ha ancora fattezze teneramente verginali ma è percorsa da sensi di malinconia e disfacimento.

Domina un sole trionfante e inesorabile che scova una vita minuta pullulante di fremiti vegetali e animali.

L’alba è un momento magico di passaggio che snida ricordi e fa balenare sorrisi accesi di desiderio:

{Portami un cestino di fresche more/
le ho assaporate nell’alba della mia vita/
quando il cielo soffuso diceva preghiere}

Si tratta di memorie quasi inconsistenti come le parole che le sollevano dalle polveri del tempo. I movimenti dell’alba si confondono con i moti del pensiero, con l’andirivieni del mare sulla riva. In questa mescolanza anche chi scrive diventa una parte naturale del tutto.
Questo ineffabile momento del giorno ha una funzione di rinascita che è stata dimenticata e a restituirci questa magia sembra dedicata la poesia della{{ Are Caverni}} che si concentra sul mistero di ogni giorno, sulla {{ricchezza che la notte cova e la luce dischiude:
…}}

{
potevamo sognare montagne vertigini/
che dall’alto si aprivano le fresche dimore/
dell’erba cosparse di rugiada sarebbe stata/
una nuova alba un nuovo apparire del sole}

La capacità di trasfigurarsi nella natura restituisce un ritratto sensuoso e fresco dell’autrice che, carezzata dal mare, passa di forma in forma fino a ricongiungersi alle carezze di una persona amata:

{A me li daresti i baci profumano/
di salso le mie labbra al porto nuovo/
sono forse medusa che il mare depone/
gentile perché non si perda la forma/
o conchiglia dischiusa dal flutto del granchio/
avido che viene e torna sazio del suo/
bottino …}

Le altre sezioni del libro ruotano attorno al piacere di ritornare su un tema {{(la luna,il bosco …}}) risvegliandone le corde delicate, stanandone gli echi di bellezza e rivoltandone le infinite pieghe.

La {{Are Caverni}} si muove tra gli elementi primordiali ({{l’acqua, la terra, il vento}}) con un piglio originale e una sete inesausta e ci consegna misteri che avevamo lasciato o dimenticato nel grembo della terra.
Anna Maria Robustelli