A seguito dell’allarmante scalata di violenza degli ultimi mesi e della sua pericolosa regionalizzazione, la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género (RIPVG) si aggiunge alla voce di quanti e quante, anche a livello internazionale, chiedono la pacificazione definitiva della ColombiaLa la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género (RIPVG) invita attori e attrici del conflitto armato ad iniziare una {{trattativa responsabile}}, attraverso l’adozione di misure che prevedano con urgenza un accordo umanitario, il cessate il fuoco e il rispetto dei diritti umani con l’applicazione del diritto internazionale.

In particolare la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género (RIPVG) esprime la sua {{solidarietà e il suo appoggio}} al collettivo colombiano [Ruta Pacífica de las Mujeres->http://www.rutapacifica.org.co/], ritenendolo portavoce di una {{proposta femminista sostenibile}} che lavora nel senso di un accordo negoziato del conflitto armato e per rendere visibili gli effetti della guerra nella vita delle donne.

La Red Internacional de Periodistas con Visión de Género rivendica il {{carattere pacificatore, antimilitarista e etico della Ruta Pacìfica}}, e allo stesso tempo ripudia le {{minacce di morte}} presuntamente lanciate da gruppi paramilitari, di cui è stata vittima la sua coordinatrice Marina Gallego insieme ad altre 26 persone che militano nello stesso movimento.

Essendo la pace non solo il risultato della cessazione di un conflitto armato, ma bensì la ricostruzione morale, etica e culturale di ciascun popolo, la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género considera che la Ruta Pacìfica e le sue 315 organizzazioni risultano uno {{strumento imprescindibile per la pacificazione}} e l’evidenziazione del grave contesto in cui oggi vive la donna colombiana, doppiamente vittimizzata dalla violenza machista e dalla violenza politico-militare.

Per questa ragione la Red Internacional de Periodistas con Visión de Género ribadisce il proprio appoggio all’appello per la riconciliazione in Colombia, alla costruzione di un’etica della Non violenza in cui la giustizia, la pace, l’equità, l’autonomia, la libertà e il riconoscimento delle diversità siano principi fondamentali e fa propria la consegna della Ruta Pacìfica che ha guidato le mobilitazioni dello scorso febbraio e marzo: “Nessuna guerra in mio nome”.