Cent’anni fa veniva pubblicato “Chéri”, uno dei più famosi romanzi di Colette. E’ la storia d’amore tra una donna matura e un giovane uomo in cui fa capolino l’esperienza diretta della scrittrice francese. La vita di Colette è stata un tumultuoso viaggio nel continente inafferrabile dell’amore.

Quello che segue è un omaggio personale, più che storico e letterario.

Colette dai mille volti all’insegna del doppio: Colette l’attrice e Colette la scrittrice; Colette la vagabonda e Colette la sedentaria; Colette la piccola provinciale campagnola e Colette la cittadina del mondo; Colette la vittima e Colette la predatrice; Colette ingenua e libertina; Colette che sposa l’uomo maturo e Colette che spasima per il giovanottello; Colette che decide di duplicarsi, sul palcoscenico e nella vita, con l’attrice Polaire e di giocare alle gemelle, con la stessa facilità con cui si era già moltiplicata nelle varie “Claudine”, insolenti scolarette inventate da lei ma firmate da lui: Monsieur Willy, l’odioso tiranno; Colette che turba gli uomini ma si concede escursioni in territorio saffico; tre matrimoni davanti alla legge – il primo con il vizioso Landrù delle lettere, il secondo con un fascinoso barone e il terzo con un ebreo squattrinato – e un quarto fuorilegge con la marchesa Missy; Colette che della gatta ha la morbidezza e della gatta ha l’unghia affilata; Colette che ama farsi ammirare in palcoscenico e si lascia volentieri fissare dall’obbiettivo fotografico (quante immagini abbiamo di lei: adolescente dalle lunghe trecce, poi in posa per il marito pigmalione, poi diva del music-hall… fino alla Colette anziana immobilizzata nel suo letto-zattera); Colette che diventa lei stessa occhio trasformandosi in critico teatrale; Colette che oscilla tra il conturbante, solido, potere della madre e la fragilità del padre privo di una gamba; Colette con la cravatta e Colette a seno nudo; Colette che si allena alle barre e fa il piccolo punto; Colette madre orgogliosa della figlia Bel-Gazou e Colette madre indifferente; Colette dei primati: la medaglia dello scandalo e la Legion d’Onore; Colette che sculaccia e si fa sculacciare; Colette furetto e cerva; Colette occhi obliqui perennemente bistrati che a 50 anni apre un istituto di bellezza e si diverte a truccare le “altre”; Colette gourmandeuse e Colette mai dimentica dei sapori aspri dei frutti selvatici che divorava da bambina. Colette che si frantuma nei personaggi della scena e in quelli della pagina; Colette la pura e l’impura; Colette donna di ieri ma, soprattutto per questo e molto altro ancora, donna di oggi: per prepotenza ed inquietudine, per disordine e saggezza.

Colette nata in Borgogna nel 1873, si spense a Parigi nel 1954.

Prima di morire, ordinò una coppa di champagne.