fieraDAL 3 AL 5 NOVEMBRE LA FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE  propone una mostra sul cambiamento di ruolo del cibo da inizio Novecento a oggi: si parte da una ricca sezione storico-fotografica, degli utensili del Centro di documentazione delle Tradizioni Popolari e si prosegue con l’installazione artistica di Archeologia Arborea, per giungere gradualmente a nuove realtà che indagano il settore food, utilizzando un linguaggio grafico e video innovativo. Questo percorso vuole avviare un’analisi sullo sguardo usato dai mezzi di comunicazione per raccontare il mondo dell’alimentazione, e le modalità nel relazionarsi a esso, sia da parte dei consumatori che dei produttori. Ne risulta un’indagine collettiva che rischia talvolta, se condotta personalmente e senza particolari fini divulgativi, di rivelarsi autoreferenziale. Il passaggio di posizione da oggetto a soggetto identitario del cibo non va contestato, ma supportato con strumenti cognitivi consapevoli per rendere utile, e non solo piacevole, questo mutamento in continua evoluzione.

Con questa edizione – sostiene il coordinatore Karl-Ludwig Schibel – la Fiera delle Utopie torna alle sue origini.Nel 1989 “Terra” esplorava quale agricoltura pensare per il nostro futuro, nell’anno successivo con “Fuoco” si parlava delle mense biologiche e del ruolo dell’Amministrazione comunale come consumatore collettivo e “Aria” chiedeva nel 1991 come difendere il clima. Sono passati quasi tre decenni e purtroppo i temi non hanno perso di attualità, anzi.

A differenza però dei primi incontri, non sono più dibattiti portati avanti da un piccolo gruppo di persone di “buona volontà ecologica” (Langer).

All’accordo del clima di Parigi hanno aderito 195 paesi, il governo italiano porta avanti una Piano strategico nazionale per lo sviluppo del biologico e ogni giorno a Città di Castello vengono consumati nelle mense scolastiche 1400 pasti con prodotti in parte provenienti dalla filiera corta e altri a marchio Agricoltura Biologica, DOP, IGP o “Fair trade”.

Nel 1988 la conversione ecologica era decisamente un discorso minoritario, oggi la sua necessità è sotto gli occhi di tutti. Il passo in più è la discussione su come può diventare la base generale per scelte economiche e politiche responsabili e sostenibili. Oltre alle parole, la Fiera di quest’anno si avvicinerà anche con forme artistiche alle tematiche trattate, proponendo una vasta gamma di eventi durante tutta la manifestazione.

A un anno dall’EXPO  di Milano e dell’accordo sul clima di Parigi  che entra in vigore in questi giorni, la  Fiera delle Utopie Concrete 2016 riprende  tre temi chiave della nostra epoca –  Agricoltura, Cibo e Clima – e mette, nello  spirito di questa manifestazione, al centro  dell’iniziativa la domanda di come ridurre il  distacco tra quello che sappiamo e quello  che facciamo.  Come allungare il passo, si chiede il  Sindaco  Luciano Bacchetta  come accelerare  la conversione ecologica, visto che  le soluzioni per un futuro sostenibile  esistono? Agricoltura, cibo e clima sono temi che  chiamano in causa tutti* le imprese, le  istituzioni, l’amministrazione comunale,  i cittadini e le cittadine. Il sindaco del comune che ospita l’iniziativa  si augura un’ampia  partecipazione ai dibattiti in programma che  guardano con occhi attenti alle grandi  dinamiche in atto a livello europeo e  globale, riportandole alla realtà di Città di  Castello e del territorio.  Abbiamo bisogno –continua bacchetta di discorsi aperti,  radicati nelle conoscenze scientifiche  delle quali disponiamo, come occasioni di  riflessione sul nostro futuro comune, su  come vogliamo vivere e quale territorio  vogliamo lasciare ai nostr* figl* e nipoti.