La prima cosa che mi ha addolorato è stata appunto la violenza maschile, senza minimamente pensare al fatto che gli autori fossero africani.
Il bisogno di approfittare di un corpo inerte e rilassato, come sono i corpi delle donne sotto l’effetto dell’eroina e del metadone.
Il consumo della bella, tenera, automa adolescente, il sogno di chi non sa amare ma sa solo approfittare e in effetti “fottere”. Omosessualità latente maschile, diceva Ida Magli, lo scambio del seme nel corpo di un unica donna nello stupro di gruppo. Fratelli-soci dello stesso bestiale sollazzo.
A me che opero nelle lontane periferie sulla Tiburtina, a Tor Cervara, nella ex fabbrica della Penicillina per l’appunto, ha colpito il fatto che a S.Lorenzo ci fosse un posto del genere nell’incuria, non attenzionato da nessuno. Ho chiesto a qualcuno nella ex fabbrica della Penicillina se conoscessero i tre uomini mostrando la foto pubblicate su Metro e in effetti di vista qualcuno li conosceva, ne sapeva anche dire il nomignolo. Nella ex fabbrica c’è chi spaccia ma io conosco solo le decine di giovani e anche qualche donna, che vengono ogni settimana – sotto un alberello di fico- a farsi fare i curricula vitae, a farsi iscrivere al programma Garanzia Giovani e che cominciano a fare stages o a conoscere e frequentare i COL. E’ assurdo generalizzare, è forse per questo che come ricercatrice antropologa ho qualche problema con la stampa, perché chi scrive senza cognizione di causa, dopo voli d’uccello, non ha la mia stima, affatto.
C’è il problema di chi nella precarietà è entrato nello spaccio. Penso che chi spaccia sostanze così pericolose come eroina o metadone sia già un po’ criminale. Molto meno grave è la vendita di marjuana. Io nella ex fabbrica della Penicillina  ho solo constatato che di fronte alla prospettiva di trovare lavoro, tutt* si mettono in coda, ascoltano quello che dico loro e spargono la voce.
Tanto tempo fa mi sono accorta che sui loro telefoni può circolare anche pornografia e nessuno/a mi leva dalla testa che la pornografia ha una bella responsabilità nel deviare l’immaginario, specie di chi non conosce direttamente la realtà europea e la apprende come fosse una guida alla socializzazione, attraverso le stronzate assurde di certi video.
L’ultima riflessione è sulla fragilità galoppante che vedo nelle/gli adolescenti, che omeopaticamente si contaminano per adattarsi alla realtà contaminata e fumano come dannati, bevono e si drogano senza essere messi nella condizione di sospettare la gioia dell’impegno a realizzarsi e a capovolgere il negativo.
Ignari del fatto che il primo bene è la loro salute, che comanderà sui loro desideri. Quanto lavoro da fare per creare un’atmosfera eccitante, ispirante, dolce, serena, corale….!!!!
Patrizia Sterpetti  (WILPF-Italia)